La chiusura del monastero porta due suore di clausura a «reinventare» il proprio carisma di vita contemplativa. Rivive così un’antica pieve con canonica, che diventa un’oasi di pace e di preghiera tra le colline aretine.
Dare senza attendersi nulla in cambio, servendo la vita per la vita stessa. Lasciare che ogni creatura sia ciò che è, riconoscendola immagine di Dio e, a sua volta, dono di vita. Tutto questo ci indica frate Sole.
La malattia ha il tremendo potere di limitare gli orizzonti e di mostrare le cose da un’altra prospettiva. Ma la malattia è anche una grande scuola di vita. E il grazie ne è l’espressione più alta.