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Johannes Bückler

Non esistono piccole storie

11 Luglio 2020 | Recensione di
Non esistono piccole storie
Scheda
People
2020
€ 15,00

Diciamo subito che questo è un libro di storie. Scritte bene (lo garantisce anche Carlo Lucarelli nella prefazione, e lui se ne intende di storie). Vere. Magari abitate da tanti nomi che qualcosa diranno o richiameranno anche al più sprovveduto tra noi, ma per la maggior parte raccontano di uomini e donne, e anche ragazzini, senza nome. O il cui nome è andato perso nella nostra memoria corta o nel nostro bisogno di «rimozione»: l’alpino Silvio Gaetano Ortis, Riccardo Rasman, Roberto Crescenzio, Iris Versari, Annunziata Verità, Sergio De Simone, due ragazzini anonimi del Ghana, e tanti altri.

Visto? Ve l’avevo detto che il loro nome non ci avrebbe detto niente. Eppure il titolo non lascia dubbi: non esistono storie piccole o insignificanti! Un solo indizio: si va dal fascismo al terrorismo, ma con il coraggio di passare anche dal neofascismo, dalla propaganda e dai migranti di ieri e di oggi. Perché, l’autore ne è convinto, siamo ancora in tempo a chiamare le cose con il loro vero nome. E solo se ricordiamo e raccontiamo impediamo a tutte queste persone di morire un’altra volta e per niente.

Dicevamo che tutto è vero in questo libro. A parte il nome dell’autore, che spiega lui stesso la provenienza di questo pseudonimo: trattasi di un criminale tedesco ghigliottinato nel 1803, davanti a trentamila persone, quasi tutti suoi ammiratori (oggi li chiameremmo follower, ed è un altro indizio), forse un Robin Hood del tempo o forse un bandito e basta.

I racconti hanno poi una genesi per lo meno non scontata: nascono infatti nell’account Twitter dell’autore, che li ha scritti, o meglio «cinguettati» utilizzando i thread (più tweet concatenati uno dopo l’altro). Una prova delle potenzialità dei social, se c’è sufficiente intelligenza e fantasia in chi li usa. In maniera non molto diversa dagli antichi cantastorie.

Data di aggiornamento: 11 Luglio 2020
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