Prima le relazioni

È il motto dell’Associazione famiglie numerose, associazione laica e apartitica che lo scorso ottobre si è incontrata nel Cilento, per il rinnovo delle cariche istituzionali, tra giochi e allegria.
05 Febbraio 2023 | di

«Ore 6.30. Suona la sveglia per me e Nicola. Momento-caffè. Svegliamo i ragazzi più grandi. Mentre questi fanno colazione, attacco la lavatrice e l’asciugatrice. Quindi svegliamo i piccoli. Il tutto nell’arduo tentativo di non far destare Adele che altrimenti blocca l’ingranaggio. Colazione ai piccoli mentre i grandi si lavano. Vestiamo i piccoli. Tutti pronti per la scuola. Un bacio e si parte». Iniziano così le giornate a casa Pergola, che vive a Potenza, ed è composta di 11 persone: oltre a mamma Elena, 42 anni, e papà Nicola, 45, ci sono Noemi, 20, Manuel, 19, Simone, 16, Alessia, 14, Andrea, 13, David, 10, Irene, 5, Giosuè, 2, e Adele, 8 mesi. «Io sono psicologa/psicoterapeuta e lavoro in una casa famiglia, Nicola è assistente sociale ed educatore professionale» prosegue Elena con voce allegra, nonostante la giornata sia al termine e la fatica si faccia sentire.

La famiglia Pergola è uno spaccato di quell’Italia poco conosciuta, formata da famiglie con più di tre figli. Un’Italia che dice sì alla vita nonostante la crisi. I Pergola fanno parte dell’Associazione famiglie numerose (Anfn), un pezzo di Belpaese che afferma con serenità e fermezza la bellezza di avere più di due figli. «Ci siamo associati nel 2008, quando è nata la nostra quarta figlia – rivela Elena –. Abbiamo conosciuto l’associazione tramite internet (famiglienumerose.org): mentre cercavamo luoghi di vacanza per famiglie con tanti bambini, sono venute fuori le convenzioni per gli associati, stipulate dall’associazione con alcune strutture. Ci siamo incuriositi e, dopo aver capito di che cosa si trattava, ci siamo iscritti anche noi: desideravamo un contesto nel quale non sentirci anomali».

Nell’Italia in cui impera il figlio unico, infatti, averne più di due spesso fa sentire «diversi». Superare i tre, poi, addirittura un caso eccezionale, che fa divenire oggetto, spesso, di battutine con consigli su come trascorrere le serate. «Ma quando me le fanno – afferma Elena –, rispondo che il tempo lo dedico a mio marito e preferisco stare tra le sue braccia. Al che l’interlocutore si zittisce». «Le nostre giornate – prosegue la mamma – sono sempre molto “dense”: la mattinata in genere ci dedichiamo alla casa e al lavoro. Verso le 12.30 comincia la preparazione del pranzo. Alle 14.00 siamo tutti attorno alla tavola. Preghiera e si mangia. Durante il pranzo è un alternarsi di racconti della giornata a scuola, con aneddoti divertenti o con delusioni per qualche fallimento. Non mancano mai nemmeno i litigi tra fratelli che si contendono la parola e le richieste di bis di cibo. Dopo cena, poi, abbiamo sempre un tempo tutto per noi, lo chiamiamo “il nostro quarto d’ora”, in cui, in cerchio, diamo un voto alla giornata».

Voce vecchia e nuova

Nell’Italia degli oltre 7 milioni di single e nell’epoca della crisi economica post pandemica, l’Anfn è una voce antica e nuova allo stesso tempo. Antica, perché è nata in un Paese come l’Italia, in cui un tempo era normale incontrare famiglie con tanti figli; nuova, perché è un’associazione che ha compiuto «solo» 18 anni. Il rinnovo delle cariche, avvenuto lo scorso ottobre, è stato celebrato con una vera e propria festa che ha coinvolto gli iscritti. Il tutto mentre l’Italia registra una crescente denatalità, di cui lo spopolamento di asili e scuole è solo la manifestazione più plastica. Nel nostro Paese la media di natalità, infatti, è di 1,2 figli a donna e ci sono solo 729 mila famiglie numerose. I nuclei con quattro figli sono 129 mila, quelli con due figli 3.435 (in aumento rispetto ai dati precedenti), mentre quelli con un figlio unico sono 3.770. Ci sono poi più di 4 milioni di coppie che di figli non ne hanno. All’apice di questa piramide rovesciata troviamo però i single, che sono 7 milioni e 178 mila (dati Istat). Con queste cifre, il ricambio generazionale del nostro Paese è compromesso, visto che sarebbe garantito da una media di 2,1 figli a donna in età fertile (a fronte, come abbiamo visto, dell’1,2 attuale). L’età media della popolazione nazionale continua dunque inesorabilmente a crescere, facendo sì che il saldo tra nati e morti sia negativo. Eppure, «senza figli non c’è futuro», come non manca di ricordare l’Anfn.

C'era una volta una triglia...

L’Anfn ha messo in piedi una rete di attività, di occasioni solidali, di consigli e opportunità che si basano sulla condivisione. È attivo, per esempio, un circuito di sindaci impegnati ad agevolare le famiglie – dalla mensa scolastica ai pannolini –, una rete, cioè, di Comuni che attuano politiche per il benessere familiare e che è stata promossa dalla Provincia autonoma di Trento, dal Comune di Alghero e, appunto, dall’Anfn. La storia dell’associazione parte dal mercato di Brescia, nel 2004. Due papà si ritrovano per caso davanti al banco del pesce a guardare con desiderio e rassegnazione una triglia che non possono comprare, perché per loro è troppo costosa. Così, uno dice all’altro: «So che anche tu hai 5 figli. Perciò quel pesce non lo comprerai, come me. Però, se ci mettiamo insieme, forse possiamo cambiare le cose». I due papà si chiamano Enrico e Mario. Mario Sberna è un dipendente della Curia di Brescia e, proprio dopo quell’incontro, comincia a pensare a che cosa fare per chi, come lui, ha più figli della media delle persone. Nasce così l’associazione famiglie numerose, di cui Mario, con la moglie Egle, sono stati i primi responsabili.

Lo scorso 29 ottobre, ad Ascea Marina, in provincia di Salerno, si è tenuta la quinta assemblea nazionale. Presenti 120 famiglie, per un totale di 680 persone partecipanti. Era uno spettacolo vedere decine di «animatori» con le magliette rosse organizzare giochi per i bambini: erano i figli ormai cresciuti dei membri dell’associazione, che oggi dedicano del tempo ai più piccoli. Moltissime, ovviamente, anche le carrozzine di neonati spinte dalle mamme, alcune delle quali con il velo colorato dell’islam mediorientale. Perché l’associazione, laica e apartitica, fa dell’accoglienza una bandiera a 360 gradi: della vita nascente, certo, ma anche della diversità etnica, religiosa e culturale. «Siate testimoni dell’accoglienza», ha commentato nel saluto al convegno il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e anche lui figlio di una famiglia numerosa.

«Siamo lo spaccato di un’Italia che cerca di far ascoltare la propria voce nei Comuni e anche a livello nazionale» specifica Alfredo Caltabiano, 60 anni, di Parma, ex bancario e ora consulente per il terzo settore, il quale, con la moglie Claudia, insegnante, è il nuovo presidente dell’associazione. «Io e mia moglie – racconta – abbiamo sei figli, di cui due in affido. Ho conosciuto l’associazione nel 2005: ero arrabbiato per l’ennesima finanziaria che “prendeva in giro” le famiglie numerose, le uniche che non beneficiavano della riforma fiscale. Avevo così pensato di fondare un’associazione di famiglie numerose, ma nel momento in cui ho cercato di registrare il sito, mi sono accorto che l’associazione esisteva già». «Lo scorso 2 dicembre, con l’associazione siamo stati in Vaticano a incontrare papa Francesco – conclude il presidente –. Abbiamo visto un Papa sofferente fisicamente, ma molto vivo spiritualmente. Ci ha invitato ad andare avanti nella battaglia per promuovere il bello della famiglia. Un augurio che sentiamo di fare nostro, con l’auspicio di riuscire a dare nella nostra vita sempre più attenzione alle relazioni e all’amore reciproco, rispetto alle cose materiali». 

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Data di aggiornamento: 05 Febbraio 2023
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