Quaresima in fiore

Quaresima è primavera della Chiesa, tempo di potatura e fioritura. E noi, come contadini, impariamo a tagliare i rami secchi, affinché la pianta fiorisca.
01 Marzo 2023 | di

Nel ritiro in preparazione alla Quaresima, il cappellano del carcere di Campobasso ha offerto a ogni parroco un pacchetto di ostie per la santa Messa, confezionate dalle mani dei carcerati, dicendo loro: «Le mani che hanno realizzato queste ostie hanno commesso delitti, sparando o vendendo droga. Ora invece, in via di redenzione, quelle stesse mani hanno confezionato un dono eucaristico di meravigliosa bellezza evocativa, passando dal male al bene, dal delitto al riscatto». Si realizza così la profezia di papa Francesco che ha definito l'apostolato di papa Benedetto come l'azione di colui che ha sparso l’olio del Vangelo sulle ferite provocate dall’odio del mondo. E questo, a ben pensare, è anche il cammino della Quaresima. E, sempre in tema di ostie, voglio condividere con voi un ricordo personale, che ancora mi commuove. Dall’etichetta di un pacchetto di ostie grandi, infatti, di recente ho scoperto che esse erano state prodotte da una cooperativa di giovani, che ha sede in un paesino della Locride, Cirella di Platì, contrada Gioppo. Come ricordo quei ragazzi! Tenaci, intraprendenti, onesti. Hanno creduto nella loro impresa! «Ma allora si può cambiare», ripetevano spesso entusiasti, dopo le mie catechesi. Ed è vero: si può fiorire anche nei piccoli centri interni, nei paesini sperduti della Calabria e del Molise. Si può uscire anche dal dolore del carcere, quando si trovano mani solidali che comprendono il tuo digiuno e ti aiutano a trovare una soluzione.

La Quaresima è la primavera della Chiesa, è tempo di fioritura e stagione di potatura. Riscopro in questo modo il verbo centrale della vita: «intravedere», non vedere, ché a vedere son buoni tutti, intravedere, cioè guardare oltre, lontano. Come fanno i contadini, che dedicano l’inizio della primavera proprio alla potatura. Loro sanno intuire un raccolto abbondante anche mentre l’albero di mele è coperto di neve, come fa mio fratello Pierino, e sanno quale ramo potare. Così dobbiamo fare noi, in Quaresima. Intuire quale ramo tagliare nella nostra vita, quale vizio combattere. Faticoso, certo, ma fecondo di grazia, perché si taglia per ravvivare. «Ravvivare» è il verbo che quest’anno sento più vicino alla mia vita di vescovo e così, infatti, ho esortato le suore e i frati nella festa dei consacrati, lo scorso febbraio: «Troppi sono oggi i venti che rischiano di spegnere questa fiammella. Sono i venti della violenza, della crisi, dell’accidia e della stanchezza che si nota sul volto di molti. Ravvivate il vostro entusiasmo con la parola di Dio, il servizio ai poveri, la fraternità, la preghiera popolare del Rosario».

La Quaresima è il tempo in cui siamo chiamati a spargere l’olio della consolazione a piene mani. Per questo motivo la nostra diocesi ha ripreso in mano gli scritti di papa Benedetto. Un vero tesoro, come ha scritto sulla nostra rivista diocesana (intitolata proprio «Intravedere») una giovane pensatrice, Ylenia Fiorenza: «Gli scritti di papa Benedetto sono un tesoro inestimabile. Chi studia i suoi testi corre un solo rischio: innamorarsi di Gesù! Papa Ratzinger con il suo stile umile e profondo ha solcato la storia del pensiero cristiano, dialogando col mondo contemporaneo, esplorando fino in fondo, nelle sue contraddizioni, il dramma del rifiuto di Dio che si presenta tuttora come potere dell’odio…». Papa Benedetto è stato veramente toccato dall’invisibile. E per questo attingeremo ad alcuni suoi testi per una Via Crucis diocesana, e avvieremo un ciclo di conferenze (ogni giovedì di Quaresima), basato sulle sue riflessioni teologiche. Un modo per valorizzare il patrimonio mirabile dei suoi scritti e preparare una fioritura primaverile, carica di futuri frutti.

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Data di aggiornamento: 01 Marzo 2023
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