26 Febbraio 2023

É vero che i frati pregano sempre?

È uno dei tanti stereotipi e luoghi comuni che l’immaginario collettivo affibbia alla vita dei frati francescani. Ma è la verità?
É vero che i frati pregano sempre?

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«Ma è vero che i frati pregano sempre?». Chi ti fa questa domanda di solito ha in faccia due espressioni: o la fronte corrucciata di chi davvero non capisce il senso di perdere tutto quel tempo così, oppure le labbra socchiuse dallo stupore di chi pensa di avere davanti un supereroe… Lo voglio dichiarare subito: no, noi frati non preghiamo sempre! O, meglio, bisogna che ci capiamo… Sentite cosa scrive di san Francesco uno che l’ha conosciuto personalmente, Tommaso da Celano (il suo primo biografo):

«Francesco cercava sempre un luogo appartato, dove potersi unire non solo con lo spirito, ma con le singole membra, al suo Dio. E se all’improvviso si sentiva visitato dal Signore, per non rimanere senza cella, se ne faceva una piccola col mantello. E se a volte era privo di questo, ricopriva il volto con la manica, per non svelare la manna nascosta. […] Infine, se non gli era possibile niente di tutto questo, faceva un tempio del suo petto. […] Dialogava spesso ad alta voce col suo Signore: rendeva conto al Giudice, supplicava il Padre, parlava all’Amico, scherzava amabilmente con lo Sposo. In tale modo dirigeva tutta la mente e l’affetto a Dio: non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli stesso tutto trasformato in preghiera vivente» [2Cel 94; FF 681]

Questa frase finale dice già tutto! «Non uno che prega, ma una preghiera vivente»! Non uno che rinuncia a vivere per sforzarsi a pregare, ma uno che vive facendo della vita una preghiera… Non si capisce? Provo a spiegarmi… Per noi frati francescani la preghiera è uno dei tre pilastri fondamentali della nostra vita (assieme alla fraternità e al servizio): non c’è vita francescana senza preghiera! (Beh, in realtà non c’è vita cristiana senza preghiera…). Per questo più volte al giorno ci ritroviamo insieme a pregare (per celebrare la Messa e la «Liturgia delle ore», cioè Lodi, Vespri, ecc…), e ciascuno di noi ogni giorno cerca anche di custodire gelosamente almeno un tempo di preghiera personale, per gustare il brano del Vangelo del giorno, per stare insieme al Signore Gesù a tu per tu, mettendo da parte tutto il resto. Questa è la sorgente della vita, non ce n’è (ne può esserci) un’altra! Senza di Lui, cosa volete che facciamo? Proprio niente…

Attorno a questi spazi preziosi (la preghiera comunitaria e quella personale) orbitano le altre cose che ci tengono occupati ogni giorno: la vita fraterna e i servizi. Questo per dire che (come Francesco stesso) anche noi frati facciamo molte cose oltre a «pregare», ma il nostro desiderio è di sentirci in ogni momento in compagnia del Signore Gesù, così che tutto sia in qualche modo preghiera… Lo so, adesso starai pensando che sto un po’ esagerando: «Essere una preghiera vivente? E come si fa?». Certo, nessuno di noi è san Francesco! Posso dire, per esempio, che quando in cucina mi metto a lavare i piatti scherzando con un mio confratello, non è che in quel momento ho proprio in mente il Vangelo del giorno… però immagino che il Signore sia lì a ridere con noi…

Sì, non siamo san Francesco, però ci fa bene sentire come lui stava con Gesù in ogni momento, e metterci anche noi in cammino, non per imporci artificiosamente di parlare sempre a Gesù o di Gesù, ma per sperimentare a poco a poco la sua presenza discreta, silenziosa (persino assente!) e permetterci di «giocare con lui», anche mentre sono seduto a questa scrivania scrivendo al pc questo post…

Così scrive ancora di Francesco il suo biografo, Tommaso da Celano:

«I frati che vissero con Francesco sanno molto bene come ogni giorno, anzi ogni momento affiorasse sulle sue labbra il ricordo di Cristo; con quanta soavità e dolcezza gli parlava, con quale tenero amore discorreva con Lui. La bocca parlava per l’abbondanza degli affetti del cuore, e quella sorgente di amore che lo riempiva dentro, traboccava anche di fuori. Era davvero molto occupato con Gesù: Gesù portava sempre nel cuore, Gesù sulle labbra, Gesù nelle orecchie, Gesù negli occhi, Gesù nelle mani, Gesù in tutte le altre membra. […] C’è di più, molte volte, trovandosi in viaggio e meditando o cantando Gesù, scordava di essere in viaggio e si fermava a invitare tutte le creature alla lode di Gesù!» [1Cel 115; FF 522]

Che il Signore dia a ciascuno di noi di vivere le nostre giornate così, a contatto con Lui, sempre. E di gustare come tutte le cose ordinarie della vita assumono così un colore e un gusto totalmente diverso! Che ne pensi di questo luogo comune su noi frati? A presto, una preghiera!

fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org

Qui trovi il primo post sui luoghi comuni sui frati francescani.

Data di aggiornamento: 26 Febbraio 2023

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2 comments

2 Marzo 2023
Quanta bellezza in queste parole. Ho sperimentato la fraternità francescana a Cremona, ho camminato con i giovani francescani per dieci anni, compreso il cammino in preparazione al matrimonio. Poi la vita ha preso un'altra direzione, tre splendidi doni del Signore, Tommaso, Ginevra, Ludovica...la fatica dell'essere marito e padre, una crisi e la rinascita che, guarda caso, è passata ancora dal convento francescano. Quindi un fraterno abbraccio, pace e gioia nel Signore
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di Andrea

2 Marzo 2023
che bello rendersi conto da anziana che cioò che mi sembrava naturale ,ma x pudore non dicevo è comune allo spirito francescano,ho sempre pensato,sin da ragazzina che vivo pregando,e prego vivendo,canti liturgici,pregare mentalmente,x strada,in treno,,entrare in una chiesa deserta o abbracciare un albero...non erano,non sono mie stranezze,ma è una bella normalità quotidiana,bella la comunicazione diretta che lei usa,anche nell'omelia di ieri sera,Pace e BENE,IN FRATERNITà
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di maria rosa

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