In Quaresima scegli il più bello

La Quaresima è il tempo per passare dal bello al più bello, ovvero da una vita buona ma mediocre a una più piena e appagante.
22 Marzo 2020 | di

Settimane fa, un monaco orientale, incontrato in un evento di preghiera ecumenica, mi ha posto una domanda, quasi un indovinello: «Qual è oggi il nemico del bello?». «Il brutto» ho risposto d’impulso, sconcertato e confuso. «No! – mi ha detto – , perché nessuno lascia il bello per andare verso il brutto». Dopo alcuni miei vani tentativi, quel monaco ha affermato con solennità: «Il nemico del bello è il più bello». Parto da questo aneddoto per dirvi che la Quaresima è proprio il tempo che ci è dato ogni anno per scegliere il «più bello». Cioè, per uscire dalla mediocrità e percorrere la via della perfezione. La via, insomma, che ci porta a una vita più piena, con più amore, più condivisione, più gratitudine. Ma saremo capaci di questo «più bello», solo se sapremo entrare nel cuore di Gesù, magari attraverso i racconti evangelici di quaresima. Se il Signore ha dato tutto per noi, senza mezze misure, perché dovremmo continuare a vivere nella mediocrità e nella paura?

La Quaresima diventa così un tempo privilegiato per conoscere il vero volto di Gesù. Non tramite la «religione» che ci rende stretti, legalisti e calcolatori. Ancorati solo al bello che già abbiamo. Ma tramite un incontro vero con un Dio che si è umanizzato in Gesù. Un Gesù che ci ha sempre insegnato il «più bello». Un «più bello» che supera la religione. Fede e religione, infatti, non sono la stessa cosa. Con la religione credi a qualcosa. Ma con la fede, credi in Qualcuno. La Quaresima è proprio passare dalla religione alla fede. Una volta che andremo a incontrare il volto di Cristo – come ci esorta il Papa nel suo messaggio di Quaresima (cfr Christus vivit, 123) – il nostro volto diverrà più luminoso, il nostro cuore più gioioso e leggero.

Entreremo, allora, in una quaresima di «felice sobrietà», che diventerà condivisione. Con un «cuore che sente compassione per le piaghe aperte del Cristo, presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dei disastri ambientali e della iniqua distribuzione dei beni della terra, fino alla sete smisurata di guadagno, che è una forma di idolatria» (papa Francesco). Ci verrà naturale in questo modo acquisire la preziosa abitudine di costruire insieme una «cittadinanza ecologica».

 

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Data di aggiornamento: 22 Marzo 2020
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