26 Maggio 2020

Quel marito immaturo

A 85 anni, e dopo 58 anni di matrimonio, lui si invaghisce di un’altra. E non è la prima volta: che fare? La risposta non è semplice, tanto meno definitiva.

© Giuliano Dinon / Archivio MSA

«Cari Edoardo e Chiara, ho 81 anni e sono sposata da 58 con un uomo che ne ha 85. I primi anni di matrimonio sono stati abbastanza complicati: lui mi ha tradita tre o quattro volte, ma ho sempre cercato di capire e perdonare, anche perché, appena ne venivo a conoscenza, le storie venivano chiuse e lui tornava più affettuoso e presente. Poi c’erano due figli che amo moltissimo e che non volevo far soffrire. Tutto è andato per il meglio fino a tre anni fa circa quando lui ha “perso la testa” (parole sue) per una vedova più giovane di lui di dodici anni. Io ero finalmente serena e sicura del nostro rapporto fatto di intensa complicità, affetto, sesso e… invece!!! Ebbene, è passato tanto tempo costellato da lunghe discussioni, promesse non mantenute, giuramenti più o meno falsi… ma lui continua a telefonarle e a chattare con lei ogni giorno. Lui dice che ora è solo un’amica molto sola (ma ha i figli), che ha bisogno di essere aiutata. Lui con me è gentile e mi aiuta nei lavori domestici, ma non ne posso più. Sto male e soffro moltissimo e vorrei farglielo capire. Vorrei qualcuno che mi dicesse se lui è normale o se sono io, come dice lui, che sono prevenuta nei suoi confronti e penso male, mentre lui è sereno perché fa solo il buon Samaritano! Datemi qualche consiglio».

Una lettrice

 

Carissima lettrice, la situazione che sta vivendo non è assolutamente semplice e, soprattutto, è portatrice di un dolore molto importante. Ci chiede se è lui che non è normale o se sia lei che non sa accettare una relazione di amicizia e di aiuto e la risposta che ci sentiamo di dare non è semplice e definitiva.

Gli esseri umani colorano la realtà secondo i filtri che inconsapevolmente sono presenti nei loro cuori. Se al posto nostro ci fosse lei a rispondere a questa lettera, probabilmente direbbe che la situazione è inaccettabile e che suo marito dovrebbe subito smetterla di sentire questa donna. Se ci fosse suo marito a rispondere, le direbbe invece che è un’esagerata e che si deve fidare, che questa è una semplice relazione di sostegno e che non sta facendo nulla di male. Inoltre, se noi ci schierassimo dalla sua parte, cosa che saremmo sinceramente tentati di fare, questo non cambierebbe il comportamento di suo marito che, fatte spallucce, resterebbe nella sua idea di non far nulla di male.

Da tutta la sua lettera si evince che suo marito è sempre stato «effervescente», energico, capace di grandi promesse e di grandi effusioni ma poi incapace di sostenerle, sempre alla ricerca di una nuova avventura che gli desse sensazioni ancora più intense, incapace di stare nella rinuncia del proprio piacere per un bene più grande.

Suo marito ha sì 85 anni, ma a livello di funzionamento psichico è come se fosse in età adolescenziale, da un lato, e in età infantile dall’altro. La grande complicità fisica e psichica di cui parla è frutto proprio della sua parte adolescenziale, mentre il suo cercare un giocattolo nuovo che funzioni meglio e dia più godimento di quello precedente è tipico dei bambini (con il termine bambino e adolescente indichiamo dei funzionamenti psichici e non un infantilismo dell’intera persona).

Questa modalità non dipende da lei: suo marito  lo avrebbe fatto con qualsiasi donna avesse sposato. Perché il non riuscire a stare nella continuità della fedeltà coniugale, a volte, dipende dal non riuscire a sostenere il peso della frustrazione di un mancato piacere che le alternative alla persona sposata potevano fornire. Se si porta un bambino in un grande negozio di giocattoli e gli si indica che ne può scegliere solo uno tra tutti, lo si farà impazzire, perché ogni scelta comporterà il lutto della perdita di tutti gli altri giocattoli. Nell’età adulta si dovrebbe aver sviluppato la capacità di scegliere e, di conseguenza, di rinunciare alle alternative, ma questo arriva solo se qualcuno ci ha accompagnato nell’imparare a farlo.

Detto tutto questo, non credo proprio che lui di sua spontanea volontà deciderà di rinunciare a quest’altra relazione, quindi, che le piaccia o meno, dovrà fare lei una scelta. O deciderà di restare comunque con lui anche in questo tipo di situazione o dovrà richiedere un allontanamento di suo marito per smettere di subire questi suoi comportamenti. Ci dispiace moltissimo, ma l’opzio­ne che lui scelga liberamente di interrompere il rapporto con l’altra donna è poco realistica ed è bene che lei si prenda cura del proprio dolore, al di là del fatto che sia lei o lui la persona «normale», ammesso che esista a questo mondo qualcuno di normale.

Edoardo e Chiara Vian

 

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Data di aggiornamento: 26 Maggio 2020
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