Rinascita
«Conosco tutti i luoghi dove abita la colomba e il più naturale è la testa dell’uomo». Così inizia una bellissima poesia di Paul Éluard intitolata Il volto della pace. Eppure mai come ora fatichiamo a credere a questa «naturalezza». Sembra piuttosto che l’uomo non trovi altra via che quella della guerra per affrontare le questioni della propria esistenza. Ma è una via senza uscita, e soprattutto una via senza vincitori. Per quanto una parte possa prevalere sull’altra, il costo umano – non solo per chi ha perso la vita, ma anche per chi resta – è altissimo e insensato.
«La vittoria si appoggia sulla fraternità». È una verità paradossale, contenuta nell’invito di Gesù all’amore per il nemico, che però proprio in virtù del paradosso realizza quel salto acrobatico che trasforma la morte in vita. Non è l’uccisione, l’umiliazione, l’annientamento fisico e simbolico che possono garantire una vita più piena e più felice. Ogni vittoria è una vittoria di Pirro: supremazia nella forma magari, ma non nella sostanza. Nell’astrazione forse, ma non nella concretezza della vita delle persone e delle generazioni.
La primavera ci ricorda che la morte è per la vita, che il seme muore solo per generare il frutto, non per annientarsi o annientare. Poiché tutto è connesso, ascoltare la voce di una natura che troppo spesso calpestiamo può aiutarci a non perdere la nostra umanità. Come scrive ancora Éluard: «Che la terra produca, che la terra fiorisca, che la carne e il sangue viventi non siano mai sacrificati».
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