30 Luglio 2020

Se lui è «divanato»

Giusy si lamenta della passività del marito Alberto, il quale, dal canto suo, spiega di essere stato cresciuto così. Come far ripartire la coppia?
Se lui è «divanato»

© Giuliano Dinon / archivio MSA

«Cari Edoardo e Chiara, mi chiamo Giusy e sono sposata da otto anni con Alberto. Non abbiamo figli perché a causa di una problematica fisica non abbiamo potuto averne. Vi scrivo perché sto facendo molta fatica con Alberto e questo ricade sulla serenità della nostra coppia. Il problema è che mi sembra di aver sposato un uomo inerme e di essere, in sostanza, una single sposata. Lui non prende mai iniziativa e sta sempre al mio traino: se non organizzo io qualcosa (dalla vacanza alla semplice scampagnata) per lui può andare benissimo stare a casa a guardare la tv, il cellulare o dormire. Se fosse per lui non avremmo praticamente amici. Lui la sera, finito di cenare, come una sorta di automa, si sdraia sul divano a guardare la tv. Tutte le sere lo stesso rito. Se non fossi stata io a proporre qualcosa di diverso, sarebbero stati otto anni di serate davanti alla televisione. C’è da dire, a suo favore, che se prendo l’iniziativa lui non si tira indietro e, solitamente, acconsente. A volte, spesso dopo una mia esplosione di rabbia, per qualche giorno prova a essere propositivo ma la cosa dura poco e poi tutto torna come prima. Lui dice che non gli viene qualcosa di diverso, che a casa sua si faceva così (era la mamma che faceva tutto per tutti) ed è troppo forte in lui l’abitudine a passivizzarsi. Come possiamo fare a uscire da questo circolo vizioso che si è creato?».
Giusy

Cara Giusy, ma anche caro Alberto, abbiamo presente quello che ci state narrando, perché non è la prima volta che ascoltiamo racconti che assomigliano al vostro. Coppie in cui la parte maschile, probabilmente con un temperamento (la parte innata) serafico, è cresciuta in un ambiente familiare in cui la madre si dedicava completamente a lei, rafforzando così la sua inerzia.

Comprendo benissimo Alberto quando dice che non riesce ad avere iniziativa, e come il richiamo di quel divano e di quello schermo sia una sirena dal canto troppo suadente per permettergli di attivare una proprio volontà. Gli esseri umani credono di essere liberi nelle proprie scelte, ma in realtà nessuno di noi lo è, perché scegliamo sulla base delle nostre memorie emotive, delle esperienze che sono state registrate come godibili.

Se il cervello di Alberto ha registrato che il passivizzarsi attiva sensazioni piacevoli legate al senso di sicurezza, una parte non cosciente della sua mente farà di tutto per riportarlo a quella condizione. Questo apparato psichico di Alberto, per realizzare il suo scopo, annullerà ogni capacita critica e non gli farà ricordare quanto sua moglie stia soffrendo a causa di questa ripetitiva passività. Una possibilità di cambiamento però c’è e richiederà, come nell’episodio di Odisseo con il canto delle Sirene, motivazione, consapevolezza e strategia.

La motivazione per combattere questa guerra contro le sue abitudini e la sua stessa mente, puoi dargliela tu, Giusy. Puoi trasmettergli il valore che ha per te il sentire di avere un uomo vivo e vitale al tuo fianco, ed è bene che tu comunichi quanto ti stia logorando il sentirti lasciata sola nel promuovere un bene per la vostra coppia. Giusy, prova a fargli capire quanto lui sia importante per te e come desideri che sia lui a vivere (e non a vivacchiare) al tuo fianco. La posta in palio è grande ed è la sopravvivenza della vostra relazione. Cara Giusy, hai presente quando Mel Gibson (alias William Wallace) nel film Braveheart fa il suo discorso prima della battaglia finale? Bene… fai una cosa simile, in fondo anche questa è una battaglia per la libertà e, come dice Wallace, senza libertà cosa saremo?

Il secondo aspetto è la consapevolezza. Caro Alberto, devi comprendere che il nemico che porti dentro di te è subdolo e potente, che non ha una forma concreta contro la quale sguainare la spada delle proprie volontà, che le Sirene non sono fuori di te, ma il loro canto è dentro di te e lo senti solo tu. Dovrai armarti dell’umiltà di comprendere che questo nemico non si può combattere solo con la forza delle buone intenzioni. Tutto questo lo hai probabilmente già fatto molte volte e non ha portato a nulla se non a briciole di cambiamento dissoltesi all’alba del giorno seguente.

Odisseo, sapendo che avrebbe incontrato le Sirene, ha tappato le orecchie dei suoi marinai con la cera e si è fatto legare all’albero maestro, non ha detto a se stesso: «Con la mia buona volontà non ascolterò il richiamo del loro canto», oppure: «Siccome ho scelto di non ascoltare il loro richiamo questo mi garantirà di non farlo». Noi esseri umani siamo costitutivamente deboli e i cambiamenti rispetto al nostro funzionamento mentale non avvengono in modo semplice e spontaneo, anzi, richiedono forzature (ovviamente scelte nella libertà) che ci portino a forme di noi stessi innaturali fino a quel momento.
Per questo è necessario l’ultimo elemento: una buona strategia.

Ecco che cosa ti proponiamo: se sai che hai l’abitudine, a fine cena, di alzarti e andare a sederti sul divano, appiccica nel luogo in cui ceni un post-it con scritto: «Non andare sul divano, ma proponi altro!»; poi mettine uno sul telecomando della tv con scritto: «Guai a te se accendi la tv!» e, infine, mettine un terzo sullo schermo della televisione con scritto: «Per Alberto: vietato accendermi, può farlo solo Giusy». 

A questo punto, Giusy e Alberto, fate una lista delle cose belle che potete fare durante le sere e nei fine settimana (per esempio: giocare a carte, fare una passeggiata, incontrare degli amici, fare un massaggio, leggere un libro assieme…): diventerà una sorta di valigetta degli attrezzi dalla quale sarà Alberto a pescare una possibilità d’impiego del vostro tempo libero. Datevi la regola che la televisione la può accendere solo Giusy e che il telefonino di Alberto lo prenderà lei in consegna al suo ritorno dal lavoro.

Se non bastasse tutto questo, vendete o regalate il televisore. Parafrasando il Vangelo, «meglio è per voi entrare senza televisore nel regno di Dio, che con il televisore (e il telefonino) essere gettati nel fuoco della Geena». Infine, ed è una delle cose più importanti, invocate il Signore degli eserciti affinché si schieri al vostro fianco in questa buona battaglia. Preghiamo per voi, affinché ne usciate vincitori.
Edoardo e Chiara Vian

 

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Data di aggiornamento: 30 Luglio 2020
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