Un «Altroconsumo» è possibile
Avete mai provato a registrare le vostre attività di consumo giornaliero? Alimentari, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione, cura della propria persona... Sono beni più o meno necessari che fanno parte del nostro quotidiano, ma con quanta consapevolezza li acquistiamo o ne facciamo uso? A partire dal secondo dopoguerra, in Italia è cresciuta esponenzialmente la disponibilità di prodotti di ogni tipo, formando una selva nella quale è difficile districarsi. Ne abbiamo parlato con Alessandro Sessa, direttore responsabile delle riviste di Altroconsumo e senior manager del dipartimento informazioni, prodotti e servizi dell’organizzazione.
Msa. Il 20 marzo 1973 nasceva Altroconsumo. Dal vostro osservatorio come vedete questo mezzo secolo di storia, in relazione al mondo dei consumi?
Sessa. In seguito al boom economico, già negli anni Sessanta aveva preso il via il cosiddetto consumismo: le persone acquistavano elettrodomestici, televisori e molti altri prodotti. Si è creato il bisogno di essere adeguatamente informati, tutelati e supportati nelle scelte di acquisto: per questo scopo è iniziata l’esperienza di Altroconsumo. In particolare, in quel periodo, era urgente introdurre dei provvedimenti a favore dei consumatori che si trovavano in balia degli operatori del mercato ed erano incapaci di far valere i propri diritti. Un’evoluzione importante è legata ad alcuni provvedimenti legislativi, tra cui il Codice del Consumo, una serie di liberalizzazioni di alcuni settori del mercato e la normativa sulle Class Action (un’azione legale collettiva, la cui soluzione ha effetto per tutti i componenti presenti e futuri di una certa categoria, ndr); tutte novità introdotte in Italia anche grazie al contributo di Altroconsumo. La nostra attenzione è sempre stata rivolta alla tutela degli utenti, soprattutto dando forza alle contestazioni dei consumatori, attraverso la consulenza e il supporto dei reclami.
Nella mission di Altroconsumo si legge la volontà di lavorare per «un mercato più trasparente, giusto e sostenibile, nel quale gli interessi di tutti gli attori (cittadini, imprese e istituzioni) non siano in contrasto, ma in dialogo continuo». In che modo è possibile promuovere questo dialogo?
Se nei primi anni il consumatore aveva bisogno di qualcuno che lo difendesse dagli altri attori del mercato, oggi riteniamo che la strada maestra sia quella di costruire una collaborazione con le aziende e le istituzioni: ci arriviamo attraverso il dialogo, «convincendo» le aziende che conviene anche a loro comportarsi in un certo modo, fornendo servizi di qualità. In questa direzione, abbiamo introdotto il sigillo di qualità di Altroconsumo, che viene assegnato al miglior prodotto di una certa categoria: chi lo riceve ha la possibilità di utilizzare questo riconoscimento nella sua comunicazione per un determinato periodo e sotto certe condizioni. Per alimentare il dialogo è importante stare al centro dell’ecosistema mercato, allo scopo di costruire una società più vicina alle persone: un’occasione che abbiamo ideato è il Festival Altroconsumo (ora FestivalFuturo). Si tratta di un evento nel quale incontriamo i cittadini, le istituzioni e le imprese, affrontando ogni anno un tema particolare; l’anno scorso ci siamo occupati della casa del futuro, aprendo anche uno spazio nel metaverso, che rappresenta un’interessante evoluzione del mercato, di cui conoscere i rischi e le opportunità. Un altro ambito interessante è quello della condivisione e collaborazione tra consumatori: nel nostro sito abbiamo messo a disposizione dei forum, chiamati Community, in cui le persone si scambiano idee, suggerimenti e pareri. In una di esse, ACmakers, invitiamo le persone a provare i prodotti con noi e a mandarci le loro opinioni, che vanno a integrare le analisi dei nostri esperti.
La quantità di prodotti disponibili è sempre più consistente. Come è possibile orientarsi?
Uno strumento che aiuta a individuare i prodotti migliori è la comparazione, ma una persona non può provare tutto. Per questo, Altroconsumo mette a disposizione i risultati dei test comparativi effettuati sui prodotti di una stessa categoria, indicando il prodotto migliore e quello con il miglior rapporto qualità-prezzo. E ci sono delle sorprese: ad esempio, in ambito alimentare, quasi sempre i prodotti migliori non sono quelli che costano di più. A garanzia della nostra indipendenza, non ci facciamo mandare i prodotti dalle aziende, ma li acquistiamo in modo anonimo, simulando quello che farebbe un comune consumatore. Testiamo qualsiasi genere di prodotto grazie a gruppi di esperti di ciascun settore di competenza, che effettuano varie prove di qualità. Nelle nostre riviste pubblichiamo i risultati, così come sul nostro sito internet (in esclusiva per i soci).
Sostenibilità e consumi: come si possono coniugare queste due parole?
Molte indagini fatte negli ultimi anni indicano che i consumatori sono sempre più attenti ai temi ambientali e che il criterio della sostenibilità è tra i più utilizzati nei loro acquisti. Tuttavia, il cittadino deve essere messo nella condizione di conoscere la realtà per quello che è, senza dover continuamente districarsi nel tentativo di comprendere veramente le cose. Ad esempio, ci sono pratiche commerciali scorrette, come il greenwashing (sostenibilità solo di facciata) o l’apposizione di etichette con loghi green senza fondamento, che sfruttano l’ambiguità delle parole. Per questo, occorre che l’informazione sia semplice e chiara, sempre supportata da verità e da criteri oggettivi. Come Altroconsumo, più volte interveniamo in eventi di piccola o grande portata, anche nel mondo della scuola e dell’università, attraverso la presenza dei nostri esperti. Partecipiamo a bandi per progetti di tipo formativo e comunicativo promossi da istituzioni nazionali ed europee. Ad esempio, il progetto Resss (Rendiamo semplici le scelte più sostenibili) è di questo tipo e si è tradotto in attività di informazione e comunicazione.
Quali altre iniziative avete promosso riguardo alla sostenibilità ambientale?
Sono molte, ne cito tre. Nel 2018, il FestivalFuturo era dedicato all’economia circolare, con dibattiti, interventi e proposte all’ente pubblico. Nel 2020 abbiamo pubblicato il Manifesto Green di Altroconsumo, un decalogo di principi e azioni, frutto di anni di esperienza nel campo, che andrebbero intraprese per garantire un futuro sostenibile: dall’informazione di qualità alla difesa della salute, dalle nuove energie alla riduzione degli sprechi. Infine, il sigillo «Miglior scelta Green» è un titolo che attribuiamo ai prodotti che abbinano una qualità complessiva buona al massimo dei voti dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Quali sono i risultati più importanti ottenuti in favore dei consumatori? E quali le sfide principali?
Oltre ai provvedimenti legislativi di cui ho parlato, un grosso risultato è stato quello di far crescere una cultura della tutela dei consumatori in Italia. Oggi esiste un sistema di tutela che viene preso sul serio anche dalle aziende, al punto che mettono al primo posto l’attenzione al cliente (customer care): le persone sono più consapevoli e se non vengono soddisfatte, si rivolgono ad altri. Attualmente le sfide principali sono legate alla tutela dei dati personali, specialmente nei canali digitali, al tema delle fake news e al perfezionamento delle leggi che riguardano i diritti dei consumatori.
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