Un Babbo Natale… imprudente
Siete a corto di idee regalo per Natale? Quest’anno potrei essere io il vostro Babbo Natale: non ho renne a trainare la mia «slitta», ma tanto di ruote! E, con la mia bella carrozzina, lascerei sotto i vostri alberi e presepi una piccola «proposta culturale». Eppure Federico, un mio caro amico, si raccomanderebbe di non fidarvi di me: «[…] perché quando con i suoi occhi cerca le parole giuste sulla sua lavagna rossonera, le parole le sa già. Sa già dove e come vuole arrivare. Dove e come vuole prenderti. Dove e come vuole rimescolare le tue convinzioni. Dove e come vuole stupirti. E meravigliarti. […]. Perché non dà sentenze con il dito alzato – anche perché quel dito, anche volendo, non lo può alzare – ma lancia il sasso nello stagno delle convinzioni, dei pregiudizi, degli assiomi. E genera onde che diventano tsunami, capaci di stravolgere certezze assodate o – più semplicemente – consuetudini rassegnate […]».
Queste sono le parole di Federico Taddia che, oltre a essere un caro – e ironico – amico, è un autore, conduttore televisivo e radiofonico, saggista, giornalista e divulgatore scientifico. Taddia ha scelto di scrivere la sua colorita presentazione per il mio ultimo libro, Scritti imprudenti – Idee e riflessioni intorno alla disabilità, pubblicato da Edizioni La Meridiana (2024).
Ancora un altro libro? Vi vedo attoniti… Eppure è così! È la mia ultima fatica anche se, più che una fatica, è stata una grossa soddisfazione e un’occasione per rimettermi in discussione. Credo che per ognuno di noi lasciare traccia del proprio passaggio sia fondamentale per offrire un contributo alla società nella quale viviamo e alla cultura dell’inclusione. Ma come potremmo definire Scritti Imprudenti? Una raccolta di articoli – scritti proprio per il nostro «Messaggero di Sant’Antonio» in questi vent’anni di collaborazione – attraverso i quali ho sviscerato argomenti a me cari, che potremmo suddividere per tematiche: democrazia e inclusione sociale; l’immaginario collettivo sulle persone con disabilità; i «contesti di fiducia», con un occhio di riguardo alla scuola; le relazioni e le buone azioni nella Chiesa; corpo, desiderio e sessualità; genitorialità; e, infine, un piccolo spaccato su personaggi pubblici che hanno avuto un significato profondo nella mia vita.
Un libro con cui vorrei lanciare un piccolo monito a «restare umani», per trovare insieme – come spiega nella sua postfazione Matteo Maria Zuppi, cardinale di Bologna e presidente della Cei – «[…] strade concrete per rispondere, con originalità, passione, entusiasmo e tanta speranza, alle istanze di Pace, di solidarietà, di partecipazione, di un futuro sostenibile anche per le persone con disabilità».
E Marco Espa, amico e collega, nonché presidente nazionale dell’Associazione bambini cerebrolesi, nella sua prefazione afferma che «[...] è imprudente, skandalon, passione, azione. Un generatore di energia per l’anima nella fragilità che ci avvolge. […] La pietra scartata che crea inciampo, molestia, interrompe l’ordinario muoversi delle cose che […] diventa testata d’angolo». Dunque, vi va di «inciampare» in questo skandalon, in questa «pietra scartata»? Un augurio a tutte e a tutti di buon Natale, e ancora mille di questi Scritti imprudenti!
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