Educazione e formazione: parole chiave
«Spettabile redazione, sul “Messaggero di sant’Antonio” di settembre 2024 leggo l’articolo di Goffredo Fofi dedicato a Margherita Zoebeli, che mi riporta indietro al secondo dopoguerra, quando, in una Rimini semidistrutta, la mamma mi mandò all’Asilo Svizzero dove ho avuto per maestra la Zoebeli. In quelle casette di legno di montagna ho imparato a scoprire i colori, a manipolare il pongo, attività allora molto innovative. Questo approccio educativo è stato, credo, alla radice della mia passione per l’arte, che si è poi concretizzata nella scelta di dedicarmi alla pittura, che pratico ancora oggi, a 80 anni. La creatività stimolata dagli insegnamenti della Zoebeli, diversamente da proposte didattiche più rigide allora in vigore, è stata molto importante per bambini nati sotto le bombe, che vivevano un’infanzia piena di difficoltà. Ricordo con tenerezza e gratitudine profonde la maestra Zoebeli e ringrazio il “Messaggero” e il giornalista per averne rinnovato la memoria».
Un lettore
Ringraziamo il nostro lettore per le sue gentili parole: ci fa molto piacere avere dei riscontri riguardo alle nostre proposte. Anzitutto, siamo contenti di poter ospitare nelle nostre pagine questo spazio di Goffredo Fofi, nel quale ci sta raccontando alcuni suoi incontri ed esperienze, traendo dal grande bagaglio che porta con sé.
Nell’articolo di settembre, Fofi ha narrato dell’esperienza educativa vissuta presso il Centro educativo Italo-Svizzero di Rimini, di cui Zoebeli è stata direttrice per circa trent’anni. Questa struttura era costituita da una scuola materna (l’asilo svizzero di cui parla il nostro lettore) e di un centro sociale, con una proposta educativa impostata su un metodo innovativo, secondo il quale ogni bambino è valorizzato e rispettato nella sua dignità, e viene stimolato a pensare e agire autonomamente. All’inizio il metodo è criticato dal sistema scolastico erede del ventennio fascista, in quanto visto come antiautoritario, senza un insegnamento direttivo e frontale, e centrato sul promuovere la libertà del bambino. All’opposto, viene tacciato di autoritarismo dalla contestazione del 1968. In realtà, Zoebeli sosteneva una pratica di libertà responsabile, senza venir meno alle regole di convivenza che garantiscono la vita in comunità; la sua stessa autorevolezza è ricordata da Fofi, quando fa memoria dell’«intelligenza delle situazioni e della prontezza delle decisioni» di Zoebeli.
È molto bello il ricordo che il lettore ci consegna: questo fa riflettere su quanto il percorso educativo di una persona sia importante, specialmente nei suoi inizi. Un buon avvio è capace di gettare una luce buona sull’intero percorso della nostra vita. Per questo sulle nostre pagine riflettiamo spesso su temi educativi, in particolare in relazione alla scuola: nella rubrica L’arte di educare, il pedagogista Daniele Novara affronta ogni mese una questione rilevante, mettendo in luce criticità e possibilità nell’attuale sistema; inoltre, periodicamente, dedichiamo degli articoli di approfondimento dedicati al mondo degli adolescenti, all’educazione e alla formazione.
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