Crescere un figlio assomiglia a un’opera d’arte, in cui l’artista fa emergere una bellezza che precede l’opera stessa. È un orizzonte in cui non si è mai acquietati, mai arrivati, in cui il cambiamento, l’imprevisto la fanno da padroni.
Negli ultimi anni sono nate varie associazioni a servizio dell’accoglienza e della formazione dei cristiani LGBT, favorendo percorsi per loro, per i familiari e per gli operatori pastorali. Una di esse è «La Tenda di Gionata»...
Ma come parlava Gesù? Stando ai vangeli, ha usato vari timbri o toni: quello amorevole ma pure quello arrabbiato o particolarmente assertivo. Ma, al di là del timbro, ciò che ha contraddistinto le sue parole era che sempre instauravano relazioni.
Un lettore chiede lumi sul senso delle parole di Gesù: «In verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste…». Una frase della quale già sant’Agostino aveva tentato una lettura.
I vangeli non vogliono essere cronache puntuali della vita di Gesù, ma biografie scritte da credenti, il cui scopo non è quello di raccontare per filo e per segno quanto accaduto, ma di aprire il cuore alla fede.
Come sfuggire ai fraintendimenti, così comuni tra le persone? Il Vangelo ci indica la via: costruire relazioni che si fondano sulla ricerca del bene dell’altro. Perché se è vero che l’odio divide, l’amore unisce.