Come leggere il Vangelo?
«Buongiorno, mi è capitato di leggere un commento di un esperto sulla prima chiamata dei discepoli, nella versione dell’evangelista Marco. Sono rimasto un po’ perplesso da una frase: “È improbabile che la chiamata dei primi discepoli sia avvenuta in questo modo”. La tesi è che l’evangelista “Marco si sia ispirato al racconto dell’investitura di Eliseo”. Nella domenica delle Palme è stato letto in chiesa il Salmo 22(21), che descrive quasi tutto il corso della Passione di Cristo, anticipando così il racconto dei vangeli. Utilizzando lo stesso argomento di cui sopra (gli evangelisti si sono ispirati al Salmo 22(21) per raccontare la Passione), non dovremmo concludere anche qui che è “improbabile che la passione di Cristo si sia svolta in questo modo”?».
Un lettore
Ringraziamo il lettore per la sua lettera e perché ci invita a riflettere su come leggiamo la Bibbia. A volte noi applichiamo i nostri schemi e le nostre categorie, legati alla nostra visione culturale, senza però conoscere davvero quali sono le intenzioni e le prospettive di chi ha scritto questi testi, i quali sono ispirati da Dio, ma allo stesso tempo hanno come veri autori delle persone umane (cfr. «Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum», 11) con le loro sensibilità e capacità.
Ad esempio, i vangeli non vogliono essere delle cronache puntuali della vita di Gesù, ma delle biografie scritte da credenti, il cui scopo non è quello di raccontare per filo e per segno quanto accaduto, ma di aprire il cuore alla fede. Lo leggiamo chiaramente alla fine del vangelo di Giovanni, dove si parla proprio dello scopo del libro stesso: «Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome» (Gv 20,30-31).
In realtà, le due scene del Vangelo a cui fa riferimento il lettore hanno delle differenze importanti; ad esempio, il racconto della Passione è riportato dai quattro evangelisti in modo differente ma essenzialmente con gli stessi eventi. Invece, la chiamata dei discepoli in Marco è molto simile a quella di Matteo, ma diversa da quella di Luca e di Giovanni. Dire che «Marco si è ispirato al racconto dell’investitura di Eliseo» non significa che abbia inventato lui la storia della chiamata, piuttosto l’ha raccontata riprendendo gli elementi di una vicenda molto nota, che faceva parte del patrimonio culturale e religioso di Israele: ha ripreso uno schema già presente per lo sviluppo del suo racconto.
Per quanto riguarda i brani della Passione, soprattutto il vangelo di Giovanni sottolinea come gli eventi compiano quanto si dice in Sal 22(21): il salmo non è utilizzato come modello per raccontare la storia, ma piuttosto l’evangelista lo rilegge come profezia di quanto è accaduto nella Passione di Gesù. Se andiamo poi a vedere i particolari delle varie versioni di questo evento, ci accorgiamo che ogni vangelo ha delle accentuazioni diverse: esse dipendono dalla sensibilità di ciascuna comunità riunita attorno all’evangelista di cui il vangelo porta il nome.
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