Lo dice Gesù al ladrone crocifisso accanto a lui. Se è questa la sorte di un uomo che ha conosciuto Gesù solo per poche ore, i nostri cari, quelli con cui abbiamo vissuto la nostra vita, non saranno forse con noi in paradiso?
Se siamo davvero consapevoli dell’amore di Dio per noi, ci rendiamo conto che è questo che ci dà veramente la vita, non altro: non è il nostro comportarci bene che ci salva, ma l’amore di Dio.
Troppo spesso le persone con disabilità sono di fatto escluse dalle nostre celebrazioni. Ma qualcosa sta cambiando: stanno infatti nascendo molteplici esperienze che, anche facendo leva sull’aspetto sensoriale, favoriscono un maggiore coinvolgimento.
Un lettore ci ricorda quanto il percorso educativo di una persona sia importante, specialmente nei suoi inizi. Un buon avvio è capace di gettare una luce buona sull’intero percorso della nostra vita.
Sono molti i modi di pregare e le preghiere da rivolgere al Padre. Ma l’importante è che la preghiera non sia un momento frettoloso e che siamo consapevoli che il vero protagonista del dialogo tra noi e Dio è lo Spirito Santo.
Dio non vuole la nostra sofferenza. Nel Vangelo, di fronte al male che Gesù incontra, non solo il suo atteggiamento è quello della compassione, ma spesso compie l’azione di guarire. Gesù libera dal male, è il Salvatore.