Una lezione di umanità
Un giorno, durante un incontro con alcuni studenti di una scuola di Roma, un ragazzo chiese ad Alex Zanardi quale fosse il suo rapporto con la paura. Quando ho appreso quest’aneddoto, mi sono sentito in un certo senso vicino a lui: questa è proprio una di quelle domande complesse che mi viene sempre posta, più o meno in questi termini, in vari incontri di formazione nelle scuole e nelle università.
Arrivando al dunque... Zanardi, dopo averci pensato un po’ su, rispose in maniera semplice, ma estremamente diretta: «È possibile che, se il fulmine mi è arrivato tra capo e collo una volta, mi colpisca nuovamente, ma rimanere a casa per evitare e scongiurare quest’ipotesi significherebbe smettere di vivere, quindi io no, io la vita me la prendo...».
Così, anni dopo l’incidente del 2001, costatogli l’amputazione di entrambi gli arti inferiori, quel fulmine torna dirompente a ciel sereno durante una competizione, forse la meno organizzata, la meno importante, ma comunque una gara che come tante altre avrebbe potuto rendere Zanardi un uomo felice, poiché, ancora una volta, passione e amore per le sfide lo hanno portato a mettersi in pista, a prendersi il bello, la parte migliore della vita. Alex è un uomo che non molla mai, che infonde coraggio e fiducia nel prossimo.
Tale immagine si riflette perfettamente nelle parole di papa Francesco, il quale si è rivolto al campione in una lettera aperta, pubblicata dalla «Gazzetta dello Sport», proprio a pochi giorni dal terribile incidente stradale dello scorso 19 giugno, in cui il campione paraolimpico si è schiantato con la sua handbike contro un camion. «Carissimo Alessandro – scrive il Pontefice –, la sua storia è un esempio di come riuscire a ripartire dopo uno stop improvviso. Attraverso lo sport ha insegnato a vivere la vita da protagonista, facendo della disabilità una lezione di umanità. Grazie per aver dato forza a chi l’aveva perduta. In questo momento tanto doloroso le sono vicino, prego per lei e la sua famiglia. Che il Signore la benedica e la Madonna la custodisca. Fraternamente».
Oltre alla profondità dei contenuti di tale messaggio, ritengo sia di notevole efficacia la modalità del Santo Padre di comunicare con Zanardi attraverso una testata laica specializzata, attribuendogli l’identità di sportivo e non di persona con disabilità. Il Pontefice ha messo in risalto la grandezza di quest’uomo proprio perché lui è molto vicino alla linea del suo pontificato: Alex ha fatto della disabilità una grande lezione di umanità, valorizzandone aspetti per così dire negativi trasformandoli in punti di forza. E così fragilità, sofferenza, senso di provvisorietà, divengono alla fine emozioni positive, poiché capaci di suscitare autoironia, tenacia, voglia di andare oltre i propri limiti.
E voi, quante volte nel corso del vostro cammino avete avuto degli stop che si sono poi rivelati nel tempo punti di ripartenza? Scrivete a claudio@imprudente.it oppure sulla mia pagina Facebook.
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