Una nuova primavera?
Primavera, letteralmente il «primo splendore». Il momento in cui la natura si risveglia e si rinnova, ricordandoci che la vita vince sopra la morte, la luce sopra il buio.
Una rigenerazione che rianima tutti, tanto è vero che usiamo la parola per indicare ogni occasione di rinnovamento sociale e politico, di risveglio delle coscienze, di nuova energia collettiva: la primavera di Praga, la primavera araba...
Ecco, oggi è il momento di una nuova primavera dell’umanità, perché l’alternativa è un inverno rigidissimo e mortifero.
Voglio raccontare una storia. C’era una volta la legge del mercato che prometteva di trasformare miracolosamente l’egoismo individuale in benessere collettivo, il consumo per soddisfare i propri desideri (o capricci) in crescita per tutti.
Quando fu evidente che il miracolo non accadeva, e il «per tutti» era in realtà «per pochi» – mentre gli altri si impoverivano sempre più – si pensò di raccontare un’altra favola.
Per non dover ammettere che il miracolo non sarebbe mai avvenuto, che quel modello era sbagliato, fu necessario inventare un nemico: le cose non funzionano come dovrebbero perché c’è qualcuno che interferisce, che ci infragilisce, che ci minaccia, che ci sottrae risorse.
Così, alla favola del capitalismo si aggiunse quella del populismo e del razzismo. Se vogliamo davvero una primavera nuova, basta favole. Il mondo è uno, il Padre è uno, restiamo umani e troviamo insieme le risposte alle sfide di questo tempo che può essere di luce nuova.