I giovani della pace a Padova con il Sermig

Padova accoglie il quinto Appuntamento mondiale dei giovani organizzato dal Sermig. Obiettivo: una nuova alleanza con gli adulti, per diventare motore del cambiamento. Perché «se vince l’odio perdiamo tutti».
29 Aprile 2017 | di

Padova. Dopo Napoli, L’Aquila, Asti e Torino, sarà la città di sant’Antonio a godere della bellezza di accogliere le decine di migliaia di giovani convocati dal Sermig (Servizio Missionario Giovani) di Torino. Il centralissimo Prato della Valle, infatti, il prossimo 13 maggio diventerà il cuore pulsante del quinto Appuntamento mondiale «Giovani della pace», giornata di confronto, testimonianze, musica, per far incontrare le generazioni nel segno della speranza e di un nuovo patto tra mondo giovanile e adulto. La mattinata di sabato 13 coinvolgerà tutta Padova, con dieci «dialoghi in città» con alcuni adulti significativi, maestri e testimoni credibili in rappresentanza dei grandi temi di oggi: l’economia, la politica, la pace, la scienza, ma anche le relazioni, la bellezza, la spiritualità. (Ai dieci dialoghi, per questioni logistiche, è necessario iscriversi sul sito Mondialedeigiovani.org)

Nel pomeriggio, poi, il momento chiave, di piazza, in Prato della Valle, dove i dieci temi saranno declinati in altrettanti stand, ovvero i «Punti di pace» nei quali associazioni e gruppi presenteranno le loro creative iniziative di pace, grandi o piccole, replicabili, contagiose. Una selezione di queste idee concretizzate troveranno spazio sul palco principale, nel momento centrale del pomeriggio, alternandosi con testimonianze internazionali, coreografie e musica offerta dal coro di mille cantori guidati dal Laboratorio del Suono di Torino. Sarà questa la fase in cui verrà presentata la Carta dei Giovani, documento di impegni che sarà poi consegnato idealmente alla generazione degli adulti.

Una grande giornata, dove la speranza deve risuonare e non può sostenersi solo con l’entusiasmo e la volontà, ma deve trovare linfa dallo spirito: ecco allora che la sera precedente, venerdì 12 alle ore 21.00, sarà la Basilica del Santo a ospitare la veglia di preghiera per giovani Dal silenzio al dialogo.  

Se vince l’odio perdiamo tutti!

L’Appuntamento non è per chiunque. Sono esclusi tutti coloro che… si autoescludono. Perché nemmeno l’età è una buona scusa per stare a casa. A differenza di altri eventi – su tutti la Giornata mondiale della gioventù –, l’invito a essere in piazza non è solo per gli under, ma anche per gli over. Per gli adulti, insomma. Che però, contrariamente a quanto accade di solito, non avranno diritto di parola. Per una volta saranno i giovani a condurre il gioco, a mostrare i semi di bene e di speranza che già sono in atto, nei tanti ambiti bisognosi di conversione e di umanizzazione individuati dal Sermig. Sabato 13 maggio Prato della Valle vorrebbe riempirsi, infatti, non solo delle colorate magliette dei giovani, ma anche di tante fasce tricolore di primi cittadini e autorità. «Vogliamo che gli adulti chiedano perdono ai giovani dei loro inganni, sapendo che del male tutti, adulti e giovani, siamo corresponsabili» si legge nel documento finale del primo Appuntamento mondiale di Torino 2002.

Nella Lettera ai giovani per Padova 2017 lo stesso concetto è ribadito e rilanciato, con l’invito ai «“grandi” della politica, dell’economia, della cultura, delle religioni, della scienza a venirvi ad ascoltare per capire che la pace è possibile se ognuno di noi si batte per la felicità degli altri. Se vince l’odio perdiamo tutti!». La firma è di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, sposo, papà e nonno, indomabile pellegrino di pace. Riecheggia lo slogan scelto per il 13 maggio – L’odio non ci fermerà. Ripartiamo dall’amore –, con quel plurale della proposta che vuole unire tutto il popolo degli uomini e donne di buona volontà, credenti e non. Prosegue la Lettera ai giovani: «Vorrei aiutarvi a non avere paura di abbandonare tutto ciò che illude, di dire no all’apatia e al cinismo (…). Vorrei farvi venire il desiderio di fare della vostra fede l’atto di amore più grande, che vi fa dialogare con Dio come fareste con l’amico più caro. E se non credete, sappiate che nel vivere i propri ideali, nell’amare e nel desiderare la vera felicità, che poi è “fare felici gli altri”, davvero possiamo trovarci tutti insieme ed essere amici, credenti e non credenti, uniti nelle nostre differenze». Insomma, «ripartire dall’amore» per abbattere l’odio non è ingenua utopia, ma concreta possibilità («È possibile!» è uno dei motti più martellanti di Ernesto Olivero).  

Rimbocchiamoci le maniche

Perché il Sermig, che nasce come gruppo missionario di sostegno alle missioni e poi si evolve in monastero metropolitano, si occupi con tanta passione dei giovani, lo spiega con semplicità Daniele Ballarin, monaco e responsabile dell’organizzazione del 13 maggio: «I poveri hanno bussato alla nostra porta e noi abbiamo offerto loro cibo, vestiti, lavoro, un letto per dormire e un tetto per ripararsi. Lo facciamo di continuo, anche con l’aiuto di numerosissimi giovani volontari. Poi, nel servire i poveri, ci siamo resi conto che i poveri più poveri erano proprio i giovani».

Questo pensiero si trova sviluppato in Giovani per sempre, l’ultimo libro uscito dalla prolifica penna di Ernesto Olivero (Emp 2017): «I giovani sono in cerca di senso per la loro vita, di ideali, ma soprattutto di qualcuno che li aiuti a concretizzarli e a viverli. Giovani che desiderano tornare a credere che un mondo diverso, un mondo giusto e in pace, è possibile. La chiave dell’incontro con i giovani è stata credere nel valore di ognuno di loro e dare loro fiducia, mettendoli a contatto con le grandi sfide del nostro tempo. Quando un giovane capisce questo, lavorando fianco a fianco con noi, scopre che può cambiare realmente il metro quadrato attorno a sé e forse anche qualcosa in più. Allora poco per volta si innamora del bene, impara a lottare per ciò in cui crede e diventa disponibile ad assumersi delle responsabilità, non solo dentro il Sermig ma ovunque si trovi. Giovani così possono essere la chiave per costruire un mondo nuovo, in cui tutti possiamo essere fratelli».

Da Padova il 13 maggio questi giovani ripartiranno, un po’ più se stessi, un po’ più cittadini, un po’ più fratelli.

 

L’articolo completo è disponibile nel numero di aprile 2017 della rivista e nella versione digitale.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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