Cristo Passo, nuova luce in Basilica
Da alcune settimane è pienamente godibile il bell’affresco, subito visibile dai pellegrini che entrano in Basilica dalla porta a destra nella facciata. Basta volgere lo sguardo a sinistra per vederlo in un nicchia: è Il compianto del Cristo morto o, più brevemente, il Cristo passo. Il restauro, egregiamente compiuto dallo studio di Giordano Passarella, ha restituito un’opera di straordinaria intensità, attribuibile senz’ombra di dubbio a Jacopo Parisati da Montagnana, uno dei maggiori interpreti dell’arte pre-rinascimentale veneta del Quattrocento. Il Cristo passo è da collocare nell’ultimo quarto del ’400.
L’intervento di restauro ha messo in luce non solo il Cristo, ma anche la paretina superiore, di data più tarda, facendo risaltare il fondo a finto marmo. Emergono, in questa parte, due splendidi putti reggenti un cartiglio che riporta una concessione di indulgenza, redatta in volgare, (il primo abbozzo di lingua italiana) di non facile interpretazione. Sull’arco della nicchia è ben leggibile, invece, l’invocazione penitenziale «Parce Domine, parce populo tuo»: «Perdona, Signore, perdona al tuo popolo». Poste all’ingresso del Santuario, l’immagine e l’iscrizione richiamano il pellegrino alla meditazione e alla preghiera, contemplando il Cristo sofferente a causa delle nostre colpe.
Come scrive sant’Antonio nei Sermoni, «il Signore mostrò agli apostoli le mani (...) perché la colomba, cioè la Chiesa, o anche l’anima fedele, facesse il nido nelle sue piaghe (...), per imprimere nei nostri cuori i segni distintivi della sua passione. (...) Perché anche noi, partecipando alla sua passione non lo inchiodiamo più alla croce con i chiodi dei peccati». Dal punto di vista iconografico, il pezzo è molto interessante, perché è proprio da Padova e da Donatello (è sua la splendida formella situata sulla predella dell’altare maggiore) che si diffonde, a partire dalla metà del Quattrocento, la raffigurazione del Cristo che fuoriesce a mezzo busto dal sepolcro, tra Maria, Giovanni evangelista e le altre Marie, con l’aggiunta a volte di angeli.
La particolarità del Cristo passo di Jacopo Parisati è certamente la presenza nel dipinto dei simboli della Passione: dal recipiente contenente l’acqua e l’aceto, da offrire ai moribondi con la spugna, alla lancia che aprì il costato di Gesù, alla scala per salire e togliere il Signore dalla croce, ai flagelli e così via. La perizia del restauratore e le moderne tecniche oggi disponibili hanno permesso un recupero quasi completo dell’affresco, compresa l’espressività cromatica, seriamente compromessa da precedenti interventi che avevano offuscato la tonalità e l’originalità dei colori.