04 Ottobre 2016

San Francesco, la Misericordia e noi…

Che ogni campanello possa diventare una porta d’entrata per la Misericordia di Dio e per la nostra. Misericordia ricevuta e misericordia donata!
Campanello d'ingresso alla sede di un'antica confraternita della Misericordia
Campanelli... di misericordia
@ fra Fabio Scarsato

Piano piano, ma non certo zitti zitti, se ne stanno andando due eventi che hanno segnato questo 2016: l’Anno del Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco, e gli 800 anni (1216-2016) del «Perdono di Assisi». Che, è proprio il caso di dirlo, in quest’anno della Misericordia c’è proprio cascato a fagiolo.

Le fonti francescane narrano che una notte dell’anno 1216, san Francesco d’Assisi è immerso nella preghiera presso la Porziuncola, quando improvvisamente dilaga nella chiesina una vivissima luce ed egli vede sopra l’altare il Cristo e la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Essi gli chiedono allora che cosa desideri per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco è immediata: «Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe». «Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli dice il Signore –, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza».

Francesco si presenta allora subito al papa Onorio III che lo ascolta con attenzione e dà la sua approvazione. Alla domanda: «Francesco, per quanti anni vuoi questa indulgenza?», il poverello di Assisi risponde entusiasta: «Padre Santo, non domando anni, ma anime». E felice, il 2 agosto 1216, insieme ai vescovi dell’Umbria, annuncia al popolo convenuto alla Porziuncola: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!» (Indulgenza della Porziuncola: FF 2706/11).

Ripensando con gratitudine a questi due eventi, mi è venuta in mente una fotografia che scattai una volta in giro per la Toscana, e che ora mi piace condividere con voi in questo post.

Forse per augurarci che ogni campanello possa diventare una porta d’entrata per la Misericordia di Dio e per la nostra. Misericordia ricevuta e misericordia donata. Suonando il campanello alla porta delle esistenze di chi vive accanto a noi, in famiglia, sui luoghi di lavoro o di svago, nelle comunità cristiane di cui facciamo parte, nelle chiese che frequentiamo. Suonando anche il campanello, in questo caso molto più reale, del vicino di pianerottolo o di casa. O di chi abita più lontano, dove la lontananza non si misura in metri ma in risentimenti, liti, incomprensioni, sofferenze reciproche.

Ma anche, che bello!, consapevoli che altri potrebbero suonare al nostro campanello in cerca di altrettanta misericordia…

Buona festa di san Francesco a tutti voi, amici!

 

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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