Festa delle stimmate di san Francesco. Ovvero: siate… guardoni!
Avete presente i curiosi? Insomma, vi è mai capitato di dare una sbirciatina dal buco della serratura o da un pertugio nel muro? È uno sport che piace a grandi e piccini, forse perché dà la sensazione di riuscire a vedere chissà che cosa: uno si immagina, o spera, di avere accesso a chissà che visioni, più o meno carnali, di cogliere chissà che apparizioni meravigliose. È come se si avesse la sensazione di riuscire, anche solo per un attimo, a perforare la dura realtà, a vedere “oltre”, a percepire ciò che sta “dietro” le apparenze: un “buco” ci mette in contatto con qualcosa di davvero importante, che di solito ci sfugge. Appunto, non lo vediamo.
Mi domandavo, allora, che si vede dai… buchi che i chiodi hanno lasciato nelle mani e nei piedi di Gesù crocifisso.
E mi rispondevo che, prima di tutto… non si vede un bel nulla! Si percepisce la sconfitta di un uomo, di uno che apparentemente ha predicato bene ma razzolato male. Solo il buio di una notte nera come la pece, la mancanza anche degli amici più cari. Ma soprattutto l’abbandono anche da parte di quel Dio che lui chiamava “papà”. Fori che sono buchi neri, pozzi che non rimandano l’immagine di nessuna luna, gallerie senza illuminazione e che non lasciano intravedere nessuna via d’uscita. Baratri di vuoto.
Poi però, guardando un po’ meglio, mi sembrava di vedere anche altro… Di fronte a quei buchi mi sembra di aver capito cos’è l’amore. L’amore paradossale di chi fino a quel punto è voluto arrivare per me, autentici squarci sul cuore di Dio, zoomate sulla sua debolezza, la debolezza di chi ama sul serio! Da quei “buchi della serratura” mi è parso di scorgere, per un attimo, un lampo di luce che ha mandato in mille pezzi il mio egoismo. Ma quando sono riuscito infine a mettere meglio a fuoco, mi sono sentito visto da uno sguardo misericordioso e non giudicante.
Pensavo al grande dono che Dio ha fatto a san Francesco con le stimmate, quel giorno del 1224 sulla Verna tradizionalmente identificato con il 17 di settembre, permettendogli in tal modo di rendere il suo corpo simile al corpo dell’Amato! Donandogli così – a un povero uomo! – la stessa possibilità di essere anche lui, come Cristo, possibilità, sguardo, pertugio, o come altro lo si voglia meglio definire, verso Dio. Essere, essendo Cristo crocifisso in lui, il buco della serratura attraverso cui altri uomini e donne avrebbero potuto sbirciare e cogliere il battito del cuore del Padre, vedere gli abissi del suo amore proprio nel momento della più reale delle sconfitte e dell’abbassamento. Oddio, ma ci si può augurare di più?!
Perciò ora, quando vado in giro per le strade sto un po’ più attento, mi guardo un po’ più in giro con fare circospetto da guardone. Soprattutto quando incrocio qualche “poverocristo”, qualche “crocifisso” dal nostro egoismo, qualche “stimmatizzato” dal nostro perbenismo… Non vorrete che mi perda l’occasione di una guardatina nel cuore di Dio?!