Periferie
Due premesse. La prima. Molti di noi se lo ricordano semplicemente come don Tonino: un «uomo di Dio» che ha lasciato un segno profondo nella nostra fede e spiritualità, con la sua testimonianza di vita e con i suoi scritti, vescovo di Molfetta (BA), dove è morto nel 1993. Ma monsignor Antonio Bello, il suo nome completo, francescano secolare (è l’unico «titolo» che accompagna il suo nome sulla lapide), vescovo dei lontani, partecipante al pellegrinaggio a piedi fino a Sarajevo, nel dicembre 1992, città assediata e tenuta sotto tiro da cecchini serbi, membro di Pax Christi di cui fondò la rivista «Mosaico di pace», capace di dialogare con tutti (scrisse alcuni articoli anche per «il manifesto»), ancora continua a sostenere e ispirare la vita e le scelte di fede di molti, soprattutto giovani. Persino papa Francesco gli ha reso onore, visitando la sua tomba il 20 aprile 2018, nel giorno del 25º anniversario della sua morte.
La seconda. Anche in Italia è molto effervescente e produttiva una scena musicale di tipo religioso. Frati, suore ma anche molti laici compongono e scrivono canzoni: per la liturgia, gli incontri di catechesi, la meditazione. È senz’altro capitato anche a noi di usarne qualcuna per il coro parrocchiale, il Grest o anche solo per il piacere di ascoltarla. Al di là degli esiti artistici, in alcuni casi forse un po’ casalinghi e in altri un po’ più sofisticati, onore al merito a tutti questi nostri fratelli e sorelle, che ci aiutano, come scriveva sant’Agostino, a cantare e perciò a pregare due volte.
Proprio a Molfetta, un gruppo di giovani, bravi musicisti e cantanti nonché compositori, proprio nello spirito di don Tonino, nel senso anche di ispirati da lui, dopo una gavetta fatta di concerti suonando cover, hanno pubblicato, alla fine del 2019, un album originale: Periferie. «La Diolovuole Band, con testi e musica di grande intensità, racconta quel sognatore a occhi aperti, riversando fasci di luce su un’esistenza vissuta con l’unico desiderio di “volare con il Signore”, ma restando abbracciati gli uni gli altri», scrive monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi.
La band, formata da circa venti elementi, spazia dalla musica dance italiana e straniera degli anni ’60-’80, non disdegnando neppure il rap (in Collocazione provvisoria la frase rap è affidata a don Peppe Logruosso), ma con risultati davvero notevoli come qualità, sia dal punto di vista dei testi che degli arrangiamenti e della performance. Piaceranno molto, soprattutto ai giovani, anche i video postati su YouTube, moderni ed emozionanti. «Dio lo vuole» era il famoso grido di battaglia usato da Pietro l’Eremita, uno dei promotori della Prima Crociata: in questi giovani, ispirati da don Tonino, che non si vergognano della loro fede altrettanto «giovane», diventa un vero grido di… pace.