Benedetta fraternità
Proprio questo tempo, in cui stiamo ricominciando a vivere dopo il trauma di una pandemia che non ci ha ancora abbandonati, è propizio per lasciarci interpellare da un rinnovato senso di fraternità.
Come ha scritto papa Francesco al n. 32 di Fratelli tutti riferendosi al covid: «Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli».
La fraternità è il legame non scelto, che pure ci costituisce così profondamente, in un mondo in cui pare che solo ciò che possiamo scegliere abbia valore (e quanto spesso scegliamo sulla base dei nostri limiti, delle nostre paure, dei nostri traumi!).
Il rapporto fraterno non è assenza di tensione ma capacità di risoluzione creativa dei conflitti, perché il legame è più forte dei motivi di divisione. La fraternità è l’alterità che ci provoca, ci convoca, ci accompagna, ci libera. «Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione d’inciampo.
Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre» leggiamo nella prima lettera di Giovanni, che scrive anche «Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede». Che il bambino nato per noi ci aiuti a riscoprire, in questo tempo di rinascita, una fraternità che è benedizione per le nostre vite.
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