Lo sguardo dell’altro
«Buongiorno direttore, le scrivo in merito a due articoli pubblicati nel mese di giugno. Il primo articolo è “Governo e questione sociale”, di Ritanna Armeni. La passata militanza della Armeni purtroppo riaffiora in ogni sua parte e analizza lo status quo in modo da polemica politica di opposizione al governo. [...] Affrontare i temi in questo modo semplicistico e partitico più che politico non mi piace. Alcune cose a livello di questione sociale sono cambiate, non c’è più il reddito di cittadinanza, ma ora c’è il reddito di inclusione che è rivolto sicuramente a persone che hanno bisogno, quindi è stato conservato per le situazioni meritevoli di aiuto. [...] Penso che la povertà esistente in Italia debba essere sconfitta non con l’assistenzialismo ma con la creazione di posti di lavoro, tutelando sempre le famiglie fragili e chi resta nell’impossibilità di lavorare. Riguardo alla citata precarizzazione del lavoro non è certo di questo Governo e viene da politiche dissennate e ormai ventennali. [...] L’altro articolo è quello di Luigino Bruni: mi permetto di dissentire in parte dalla sua visione. Meritocrazia non è una parola ambigua, è una parola vera e può sposarsi anche con la religione senza alcun problema. Il problema è che in ogni società tutti devono avere una opportunità, anche chi si trova in condizioni disagiate o è povero. Certo è che l’economia guarda a classi più agiate e con più possibilità, ma se c’è un talento di weberiana memoria questo viene ben accettato. Forse la cultura anglosassone ben insegna. Concludendo, non mi è piaciuto l’articolo di Armeni e non lo vedo all’interno del “Messaggero”, mentre l’articolo di Bruni offre, secondo il mio parere, molti spunti di riflessione e di discussione».
Lettera firmata
Senza entrare nel merito dei contenuti, sicuramente importanti e che richiederebbero uno spazio adeguato, voglio soffermarmi su un dato rilevante: negli ultimi tempi stiamo ricevendo delle lettere che indicano, con toni più o meno accesi (in questo caso, il tono è abbastanza pacato), la contrarietà alla presenza, all’interno del «Messaggero di sant’Antonio», di articoli di questo o quell’autore. Penso sia importante discutere delle questioni che riguardano la nostra vita, anche sociale e politica, dando la possibilità di sentire più voci sullo stesso tema.
Anche una posizione che non è in linea con la mia, ma è argomentata e porta delle ragioni, è bene accetta perché dà l’occasione di vedere una certa realtà da punti di vista diversi. Un aspetto fondamentale dell’interazione comunicativa è proprio il confronto tra le differenti visioni, che permette, se condotto con disponibilità a dialogare, di ampliare la propria prospettiva. Uno dei problemi maggiori del nostro tempo è proprio la difficoltà a comprendere la complessità: il fatto di avere una prospettiva unica, per quanto possa essere rassicurante, non aiuta a dar davvero ragione di quello che viviamo.
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