Giovani dentro
È un modo di operare insolito e suggestivo quello dello Spirito Santo. Lo abbiamo sentito: può addirittura farci ringiovanire! Ma andiamo con calma e seguiamo il ragionamento di sant’Antonio. La prima cosa che, ahimè, dovrebbe saltare agli occhi è che il male fa invecchiare la mente. Quando ci si abitua a fare del male, la nostra mente, che è un modo per dire tutto ciò che siamo, il nostro modo di pensare e di valutare, tutto questo diventa vecchio. Non è una questione di età anagrafica, ma di età mentale. Alla vecchiezza associamo di solito mancanza di iniziativa, ripetitività, incapacità di stupirsi e di esprimere gioia. Proprio così: fare il male – che vuol dire essere così ripiegati su se stessi che nemmeno ci accorgiamo degli altri, e non sappiamo più dire grazie, o dire scusa – ci fa diventare ottusi e insensibili. Dunque noiosi, noiosissimi. Crediamo di essere originali, ma siamo appiattiti.
Ci sono poi persone avanti negli anni, ma giovanissime nella loro mente. Se le vedi, se le senti parlare, se stai in silenzio davanti a loro e fai attenzione ai loro gesti, trasmettono una sensazione di giovinezza e freschezza. Hanno cura di sé, certo, ma quel tanto che basta per essere aperte agli altri con discrezione e gratuità; forse solo ascoltando, accogliendo. Di «vecchi» così ce ne sono; ma sono giovani! Avranno forse fatto tanti errori, ma hanno saputo ricominciare sempre, lasciandosi invadere dallo Spirito. Lo Spirito Santo è all’opera quando capita esattamente questo. È come un nuovo innesto, su un corpo invecchiato, ma che fino alla fine potrà dare i suoi frutti. Noi talvolta rischiamo di pensare allo Spirito Santo in termini astratti e «ventosi». La Sacra Scrittura ci descrive lo Spirito anche attraverso il vento, sì, ma è per ribadirne la concretezza e la forza.
E dunque, se vogliamo intercettare le vibrazioni dello Spirito, occorre essere attenti a gesti concreti: abbracci rispettosi; sguardi che infondono fiducia; cuori sereni che sanno lasciare andare ogni voglia di ripicca qualora si venga feriti; parole di gratitudine sincera, dato che non tutto ci è dovuto; fantasia che sa intuire nuovi ponti di comunione quando qualche rapporto si è incrinato; sano umorismo, che ci aiuti a prendere un po’ le distanze da ciò che accade per considerare la vita con più equilibrio. Si potrebbe andare avanti a lungo e la raccolta di questi frutti di giovinezza – giovinezza della mente, non del corpo – ci stupirebbe per la sua incredibile sovrabbondanza!
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