Non dalla guerra
Gli scopi di questo gruppo di giovani, che ha sede a Vicenza, si leggono chiaramente sin dalla homepage del loro sito: «Organizziamo campi di volontariato in Medio Oriente, promuoviamo percorsi di sensibilizzazione nelle scuole sui temi delle guerre e delle migrazioni. Sosteniamo le comunità più bisognose in Giordania con progetti di scolarizzazione e di aiuto umanitario. Siamo convinti che il dialogo e l’incontro con l’altro siano l’unica vera risposta alle violenze e agli estremismi. Crediamo nell’educazione alla pace che parte dal basso, dalla società civile e dal mondo della scuola. Un’educazione alla pace che parte da giovani come noi che hanno deciso di non lasciare posto all’indifferenza, mettendosi in gioco in prima persona».
L’idea nasce da alcuni giovani che, dopo un viaggio in Giordania nel corso del quale avevano visitato un campo profughi, decidono di fare qualcosa di concreto per quanti vivono in tali realtà e che per loro non sono profughi, né migranti ma semplicemente persone che hanno diritto a una vita degna di questo nome.
Da allora Non dalla guerra ha organizzato ogni anno campi di volontariato per giovani, in Giordania e non solo, con il principale obiettivo di «stare» con le persone ospitate nei campi profughi; si è impegnata in programmi scolastici estivi per rifugiati siriani e iracheni sia cristiani che musulmani; ha raccolto aiuti umanitari e di prima necessità spediti poi con container in Giordania (collaborando anche con Caritas internationalis, Paese nel quale sostiene abitualmente progetti di scolarizzazione; fa opera di promozione e sensibilizzazione sui temi della pace e della migrazione in oltre 20 scuole, producendo anche materiale audio-visivo, artistico e culturale). Ascoltiamo la testimonianza di uno dei volontari, Daniele Frison, incontrato a Trieste, durante la recente 50° Settimana sociale dei cattolici in Italia.
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