IA, Illusione artificiale

Evitiamo di pensare la nostra intelligenza sulla base di quella delle macchine, basata solo sul calcolo e la strumentalità: la nostra intelligenza è anche spirito!
02 Settembre 2024 | di

Gli studiosi affermano, e a ragione, che la rivoluzione digitale rappresenta un punto di svolta paragonabile a quella industriale: i nostri modi di lavorare, di entrare in relazione, di viaggiare; l’organizzazione del nostro tempo, il rapporto tra lavoro e tempo libero; le nuove forme di produzione e consumo. Si parla ormai di «società delle piattaforme»: per qualunque cosa – dal prenotare un viaggio all’informarci, al fare acquisti online, all’orientarci nel traffico o ascoltare musica (solo per fare alcuni esempi quotidiani) – oggi passiamo dall’ecosistema delle piattaforme, alimentato dai dati che noi stessi forniamo, e organizzato attraverso algoritmi.

L’Intelligenza artificiale (IA) è l’ultima frontiera di questo sviluppo e le sue applicazioni sono straordinarie, ma non mancano le preoccupazioni. Gli algoritmi governeranno il mondo? Che spazio ci sarà per la libertà, la creatività, la singolarità? Occorre molta consapevolezza, e bisogna non cadere nella «metafora ingannevole»: quella degli algoritmi non è una vera intelligenza, ma un calcolo statistico. Gli algoritmi sono «ciechi» al senso, sono solo in grado di riconoscere regolarità in una quantità immensa di dati, ma senza saperle interpretare. Soprattutto, evitiamo di pensare la nostra intelligenza sulla base di quella delle macchine, basata solo sul calcolo e la strumentalità: la nostra intelligenza è anche spirito!

Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»! 

Data di aggiornamento: 02 Settembre 2024
Lascia un commento che verrà pubblicato