Il clima è cambiato
La data del 1° ottobre coincide con la piena assunzione delle funzioni di guida politica dopo il voto, da parte della presidenta virtual del Messico, Claudia Sheinbaum. Il 2 giugno scorso, il Paese è andato alle urne stabilendo due primati storici: l’elezione della prima donna alla carica di capo dello Stato e il record dei consensi, mai ottenuto prima da un presidente messicano. Il 63,42 per cento degli elettori ha infatti superato quel 53 per cento che lo stesso Andrés Manuel López Obrador, fondatore di Morena (Movimento di rigenerazione nazionale) diventato poi presidente, aveva ottenuto sei anni fa con la sua elezione. Adesso cosa cambierà? Lo abbiamo chiesto all’ambasciatore italiano in Messico, Alessandro Modiano, che da gennaio di quest’anno guida la nostra rappresentanza nel grande Paese latinoamericano.
«L’auspicio è che la presidente, a partire dall’attenzione ai cambiamenti climatici, di cui è studiosa ed esperta come scienziata, realizzi un’azione politica improntata al pragmatismo e all’equilibrio, forte anche dell’importante consenso ottenuto», commenta l’ambasciatore Modiano. «Nella precedente esperienza di governo come sindaca di Città del Messico, la Scheinbaum ha messo in atto azioni molto positive. A partire dal tema della sicurezza, ha conseguito risultati significativi incidendo su alcune cause profonde del problema. Ad esempio, ha aumentato gli stipendi dei poliziotti e ha investito sulla loro formazione e sulle capacità di investigazione della polizia». L’adeguata focalizzazione su questi punti fa ben sperare per un’adozione a livello federale delle stesse misure. Altrettanto elevate sono le aspettative nell’ambito della questione dei cambiamenti climatici: una sfida globale che il nuovo governo dovrà affrontare con maggiore efficacia. La presidente, ingegnere esperta di ambiente a livello internazionale, ha già dato segnali importanti in questa direzione.
Msa. Una donna al potere in Messico è una novità di portata storica.
Modiano. Certo, anche se le politiche di genere dovranno poi essere valutate sul medio-lungo periodo. Una donna al governo è senza dubbio una novità positiva: occorrerà verificare come questo importante aspetto influirà sui diritti delle donne in vari campi, dai livelli salariali alle opportunità lavorative nel Paese. Claudia Scheinbaum, sensibile ai temi di genere, è consapevole che il popolo si aspetta segnali importanti.
Messico e Italia condividono l’emergenza dei migranti dal Sud del mondo. Quali sono le differenze e le similitudini?
Il fenomeno migratorio è una realtà epocale. Vivrà fasi di maggiore e minore intensità, non fosse altro che per circostanze come conflitti, tensioni politiche, cambiamenti climatici, che sempre di più spingeranno intere popolazioni a spostarsi da un Paese all’altro. Il Messico, in coordinamento con l’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha adottato politiche di collocazione lavorativa dei migranti in transito che, in alcuni casi, hanno funzionato bene. Il caso dell’Italia, che pure si muove in un contesto analogo a quello messicano, essendo entrambi Paesi prevalentemente di transito dei flussi migratori, deve comunque tenere conto del contesto europeo di cui fa parte. Si tratta, in ogni caso, di ragionare sulle radici profonde del fenomeno migratorio, cercando di adottare sempre di più politiche che aiutino le persone a trovare opportunità nei Paesi d’origine piuttosto che siano costrette a emigrare.
Oggi qual è il profilo degli italiani in Messico?
In Messico vi è stato un fenomeno migratorio differente rispetto all’emigrazione italiana verso Paesi latino-americani come Argentina, Venezuela, Brasile o Cile. In questi Paesi le massicce migrazioni italiane sono in parte avvenute in una fase storica in cui in Messico era in corso una rivoluzione dai tratti fortemente anticlericali, che ha evidentemente scoraggiato l’arrivo di una popolazione cattolica come quella italiana. Peraltro, circa 140 anni fa, iniziò l’arrivo di un gruppo di famiglie venete sulla costa messicana dell’Atlantico, vicino a Veracruz, ancora oggi presenti, che mostrano una forte identità nazionale e un grande legame con la propria terra d’origine. È interessante notare che negli ultimi decenni si registrano significativi ingressi di giovani italiani in Messico, attratti in parte dalle opportunità offerte dal settore turistico, ad esempio nello Yucatán, o dalla fervente attività culturale a Città del Messico nei settori dell’arte contemporanea, del design e dell’architettura. Nel 2013 gli italiani registrati all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, erano 13 mila. Oggi sono raddoppiati, e sono oltre 26 mila. Peraltro, nelle nostre valutazioni, ve ne sarebbero complessivamente circa il doppio se dovessimo prendere in considerazione anche gli italiani non registrati.
Arte e cultura sono fattori di interesse importanti in Messico. Oggi, qui, cosa significa il nostro patrimonio culturale?
Italiani e messicani mostrano di avere il medesimo approccio per quanto riguarda la promozione e la protezione dei loro rispettivi patrimoni culturali e delle loro radici. In Messico ci sono musei di livello internazionale. La scelta di valorizzare questo patrimonio ci accomuna. In ambito archeologico, l’Italia e il Messico stanno cooperando in vari settori. Oltre ad aver messo a disposizione alcuni ricercatori italiani che lavorano sulla mappatura dei siti archeologici, i Carabinieri italiani e la Guardia National messicana si stanno scambiando esperienze ai fini di una migliore protezione delle aree di scavo archeologico dai saccheggi. L’Italia è tra i Paesi che hanno maggiormente operato per far ritornare in Messico beni archeologici trafugati. Proprio un anno fa, nel corso di una cerimonia a Città del Messico, seguita personalmente dal presidente Andrés Manuel López Obrador, l’Italia – grazie all’opera dei Carabinieri – ha restituito al Messico centinaia di opere trafugate.
Università e ricerca. Quali sono i punti in comune?
Tradizionale e diversificata è la collaborazione italo-messicana nel settore della cooperazione scientifica e tra le università. Ho sottoscritto con il governo messicano e con la sua agenzia Amexcid, l’Agenzia messicana di cooperazione internazionale per lo sviluppo, un protocollo d’intesa per la collaborazione scientifica. Contiene diversi progetti che prevedono anche lo scambio universitario di esperti tra Messico e Italia. Peraltro, un buon numero di ricercatori italiani in Messico sta realizzando da anni un lavoro interessante e intenso.
Già nel 1968 la Olivetti era presente alle Olimpiadi messicane. Continua ancora la presenza di imprese italiane?
Il Messico è diventato la prima destinazione dell’export italiano in America Latina. Enel è arrivata qui oltre dieci anni fa per lavorare sulle energie rinnovabili, trasformandosi nel primo player messicano in questo settore cruciale grazie alle centrali eoliche e geotermiche costruite nel Nord del Paese. L’Eni lavora nell’esplorazione e nell’estrazione di petrolio in vari siti, mentre la Pirelli è impegnata nello Stato di Guanajuato con una fabbrica di pneumatici di alta gamma destinati prevalentemente al mercato nordamericano. Ferrero è presente in varie zone del Paese, così come altri gruppi italiani: Brembo, Prysma, Barilla, Luxottica, ecc. Per quanto riguarda l’interscambio commerciale, l’Italia sta aumentando la propria quota di esportazioni verso il Messico grazie innanzitutto al settore dei macchinari industriali tecnologici. L’Italia è il secondo Paese europeo per esportazioni in Messico, dopo la Germania. Tradizionalmente più contenuto è invece il volume di importazioni messicane in Italia, anche se, in stretta collaborazione con l’Ambasciata del Messico a Roma, stiamo operando affinché il flusso possa incrementarsi sensibilmente nei prossimi anni.
E sul versante dei diritti umani?
Il professor Nando Dalla Chiesa ha costituito la cattedra «Falcone e Borsellino» presso l’Alta Escuela di Città del Messico, molto frequentata da chi studia Diritto e Scienze Sociali. Convegni con la magistratura e sull’antimafia sono attivi tra i due Paesi. La consapevolezza cresce, si discute di diritti umani e si lavora intensamente, anche se c’è ancora molto lavoro da fare sull’impunità e sul rispetto dei diritti di genere.
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