Tonnellate di spazzatura invadono ormai il pianeta, soprattutto a causa dei paesi asiatici, dove l’esplosione demografica e industriale degli ultimi anni, sta pesando sul bilancio ecologico globale, per fortuna, nel frattempo, i Paesi occidentali hanno imparato a gestire con maggiore oculatezza i propri rifiuti.
Padre Giulio Albanese nelle periferie del mondo ha vissuto a lungo, come missionario comboniano. Ma nonostante viva in Italia ormai da anni, di Africa, di marginalità, di chi non ha voce continua indomito a occuparsi. Lo fa sia attraverso i suoi periodici viaggi nel grande continente sia attraverso i molti articoli o libri, come quello da poco uscito per Einaudi: Vittime e carnefici. Nel nome di «Dio». «Dobbiamo stare attenti a non cadere nella trappola di chi vorrebbe innescare uno scontro di civiltà – raccomanda padre Giulio –.
Un libro intrigante sin dal titolo, quel Cerco parole buone (con sottotitolo: su vita, amore e morte) capace di catturare anche il più distratto dei lettori; forse perché di parole buone oggi si sente una grande mancanza, immersi come siamo in un clima spesso pervaso di forme di povertà relazionale che alla parola vorrebbero togliere ogni dignità.
Noi italiani siamo abituati a svalutarci, e invece non siamo sempre in tutto gli ultimi della classifica: la Dichiarazione dei diritti in Internet approvata dalla Camera il 28 luglio 2015 ci vede addirittura in pole position: il nostro è il primo documento del genere elaborato in una sede istituzionale, ed è una Carta di ottima qualità.
Gino Bartali, più conosciuto col soprannome di Ginettaccio, è tra le figure dello sport italiano più amate di tutti i tempi: nato nel luglio 1914 e scomparso a maggio di sedici anni fa, è ricordato ancora oggi per le sue vittorie, le sue sconfitte, il duello epico con Fausto Coppi e la passione che lo portò, fino all’ultimo, a seguire la due ruote.