Verrebbe spontaneo pronunciarla al futuro quella frase del titolo (Dove andremmo a finire?), invece che al condizionale come in effetti è. Ma sarebbe un grave errore, perché è proprio il condizionale la dimensione in cui si dipana questo volume: il condizionale è, infatti, il modo verbale che esprime incertezza (desideri, dubbi, ipotesi…), e l’incertezza è esattamente lo stato in cui si trova oggi la Chiesa.
Gesù viene a dirci che ciascuno di noi merita fiducia. È questo a far rinascere le vite. È questo che rende possibile tutto, anche morire per gli altri.
Ogni quanto è opportuno andare dalla guida spirituale? Quanto tempo devono durare i colloqui e il percorso? Proviamo a dare qualche risposta in merito...
Fu ritrovata miracolosamente incorrotta nel 1263, a una prima ricognizione del corpo di sant’Antonio. Da allora la lingua del Santo è venerata da milioni di devoti, segno tangibile di un carisma totalmente al servizio del Vangelo.
La risurrezione viene a dirci che è da una «crepa» nel sepolcro che passa la luce della salvezza. Perché ogni ferita può sempre trasformarsi in feritoia.
Impariamo da san Francesco a «celebrare continuamente la Pasqua del Signore, cioè il passaggio da questo mondo al Padre, passando per il deserto del mondo in povertà di spirito e come pellegrini e forestieri».