Ispirato all’omonimo libro di Paolo Cognetti, il film è la storia di due amici, Bruno e Pietro, che si conoscono nell’infanzia durante un’estate nel paese di montagna dove abita il primo. Per entrambi, la crescita è segnata da un rapporto conflittuale con il padre e dalla ricerca del proprio posto nella vita. Una chiave del film è un apologo nepalese nel quale il mondo è rappresentato come un cerchio: al centro si trova un alto monte e attorno otto montagne. Chi interpreta meglio la vita?
Un 85enne emiplegico è deciso a interrompere la propria vita. Toccherà alle figlie assecondare o meno il volere del padre. Riflette sul suicidio assistito il film «È andato tutto bene» (Francia 2021) di François Ozon.
In una isolata fattoria islandese nasce uno strano agnello dalle fattezze semi-umane che viene subito accolto in casa dai pastori con esiti sorprendenti. È l’inizio del film «Lamb», di Valdimar Jóhannsson.
Viene il tempo in cui anche la nostra lana va tosata e offerta a chi ne ha bisogno: è il messaggio veicolato dal film «L’agnello» di Mario Piredda (2019).
È chiaro il messaggio di questo film, primo lungometraggio del regista Renzo Carbonera: per uscire da situazioni apparentemente disperate, serve una «resina sociale», l’unica in grado di tenere unita una comunità, «microcosmo che si trova a fronteggiare una molteplicità di mutamenti (dal climatico al finanziario) che rischiano di abbattere anche i caratteri più forti».