La scrittrice americana premio Pulitzer per il romanzo «Gilead», invoca un umanesimo che contrasti la deriva prodotta da egoismo, tecnologia e materialismo.
I tre cantici di Dante in un allestimento strepitoso, fatto di musica, danza, effetti speciali, e interpretazioni che entusiasmano i giovani. Perché l’uomo medievale e quello tecnologico hanno molto in comune.
Un’italianità che non ti aspetti in una terra carica di conflitti, compresi quelli di un passato coloniale pesante. Ma al Dipartimento di Italianistica di Bengasi si respira un’aria diversa.
Essere fratelli aiuta a divenire persone vere. Dà il senso del limite. Fa comprendere che l’errore è di tutti. Fa capire che l’amore non si assottiglia. E, soprattutto, che non siamo Dio.