Gli amici di una vita che si ritrovano intorno a un tavolo per festeggiare i 40 anni di uno di loro e, a ogni portata di pesce, affrescano una quotidianità fatta di tasse, partite Iva e «dio-lavoro». Una giovane docente di italiano e latino in un liceo scientifico alle prese con le pene d’amore per il nuovo supplente di informatica. Un politico e i preparativi per il suo comizio elettorale. Una donna disillusa che fugge le relazioni per paura di soffrire.
Cosa può fare una scrittrice davanti a un dramma più grande di ogni parola? Per Evelina Santangelo la risposta è non smettere di raccontare. Non a caso il suo ultimo romanzo parla di migrazione e morte, ma anche di speranza.
C’è un’Italia che non esiste più. Che oggi si può però ripercorrere attraverso la penna di un autore fecondo e a tratti trasgressivo come Giovanni Comisso. Viaggi nell’Italia perduta (a cura di Nicola De Cilia) è infatti un’antologia di scritti del grande autore trevigiano dedicati alla sua prima passione: il viaggio.
Una vita di gioie e dolori, affetti e contrasti sempre nel segno della poesia. È la storia di Emily Dickinson (1830-1886) raccontata da Terence Davies nel film «A quiet passion» (Gran Bretagna, Belgio, Usa 2016).
Dovevo venire fino in Centroamerica, in una città-parola per ricordarmi del Colombre. Ho anche creduto che fosse un nome spagnolo, una storia latinoamericana. Avevo dimenticato, o, forse, non avevo mai saputo.