Chi va montagna lo fa, spesso, per essere più vicino al cielo. Lui, al contrario, sale per allontanarsi. Perché, come ci dice, da lì si può vedere il mondo com’era e come tornerà a essere senza di noi.
Luca Panichi, perugino di Magione, sognava la strada, il Giro d’Italia e il Tour de France. A 8 anni era già in sella. Lui che viveva, ma non venerava il suo sport: il ciclismo.
Fredda e inospitale, troppo legata al passato e lontana anni luce dal futuro. Se fate un sondaggio tra amici e conoscenti è questa la prima immagine che il termine «vita di montagna» evocherà ai più.