Il testo narra quindici storie di migrazione del passato: pur essendo diverse nella forma rispetto all’oggi, l’autore rileva delle somiglianze, soprattutto nelle motivazioni. Si tratta di migrazioni forzate (per motivi politici o cause naturali), organizzate (come nel caso delle filles du roi in Canada) o libere (individuali o di piccoli gruppi). Un tema attuale, che rimanda al necessario impegno, da parte della comunità internazionale, rispetto al fenomeno migratorio.
Una raccolta di poesie in cui l’autrice traccia alcuni tratti del suo viaggio personale di giovane donna. Sono testi che parlano di una ricerca di vitache non si accontenta di raccogliere le molte voci che parlano nell’esistenza, ma fa spazio all’altro, fino all’incontro e al dialogo con Dio. Un percorso segnato da dubbi, ferite, dolore, ma anche da felici scoperte, in una dinamica costante tra mondo esterno e interiorità, che si apre alla speranza, alla gioia e alla riconoscenza.
Esistono già molte e ottime guide per chi voglia recarsi in pellegrinaggio in Terra Santa. Questa però ha qualcosa di speciale. Anzitutto non nasce a tavolino, ma sul campo. È frutto di decine di viaggi dei suoi autori: Paolo Pellegrino (storico e filosofo) e don Paolo Scquizzato (noto teologo e autore di libri di spiritualità). L’origine «pratica» del testo emerge dal fatto che non pretende di spiegare tutto nei dettagli, ma offre una sintesi tra geografia, storia, arte, Bibbia e spiritualità.
Opera di sangue e di passione, Cavalleria Rusticana, senza essere triviale, dice Riccardo Muti «anzi, mantiene sempre un senso profondo di dignità e di onore». Ed è proprio con questo rispetto per la partitura che il Maestro ha affrontato il gioiello verista di Pietro Mascagni con la Chicago Symphony Orchestra, di cui è direttore musicale da 13 anni.
Roma, sabato 16 ottobre 1943. Attorno alle 5 del mattino, i nazisti, che da un mese occupano la città, danno il via al rastrellamento del Ghetto: vengono arrestate 1.259 persone, quasi tutte di religione ebraica, 1.023 delle quali sono immediatamente deportate ad Auschwitz, da dove torneranno solo in 16. È questo il drammatico evento che fa da sfondo al volume di Ritanna Armeni, Il secondo piano, giunto nelle librerie da qualche settimana.
È chiaro il messaggio di questo film, primo lungometraggio del regista Renzo Carbonera: per uscire da situazioni apparentemente disperate, serve una «resina sociale», l’unica in grado di tenere unita una comunità, «microcosmo che si trova a fronteggiare una molteplicità di mutamenti (dal climatico al finanziario) che rischiano di abbattere anche i caratteri più forti».