Il dialogo interreligioso si alimenta di piccoli passi che possono rivelarsi di grande portata. Proprio come quelli compiuti da papa Francesco durante la sua visita in Iraq lo scorso marzo.
Abbiamo perso un’abitudine nata nei tempi dell’infanzia. Ora sarà una lenta convalescenza, dovremo vincere timori, rigidità, tensioni prima di ritrovare la gioia di toccare qualcuno.
Le persone omosessuali vanno accolte allo stesso modo di Gesù, che ha accolto con misericordia e affetto ogni uomo e donna. Anche ciascuno di noi, fragile e peccatore.
Proprio nei giorni più difficili della pandemia è uscito questo volume di fratel Luciano Manicardi, dal 2017 priore della comunità di Bose. Pagine che affrontano un tema di grande attualità sempre, ma in quei giorni anche di urgente e drammatica attualità: la fragilità. Perché è stata la fragilità colei che per prima abbiamo incontrato nei giorni del confinamento.
Forse mai come in questo periodo che stiamo attraversando, l’isolamento ci induce a riflettere sul fatto che i contatti con il prossimo sono così parcellizzati e quasi mai ci lasciano esprimere l’essenzialità di ciò che siamo davvero. «La società alimenta ogni giorno l’ossessione per un “Io” ipertrofico e narcisista e per un “Noi” escludente e aggressivo».