vita

Novembre ci sollecita a pensare alla morte. Non come la nemica della vita, ma come sua «sorella», secondo la lezione di san Francesco nonché quella, inascoltata, della pandemia.

01 Novembre 2023 | di
Marilisa Andretta

Nel mormorio del giorno

Recensione di

«Non c’è giorno, da quando so di essere, che non abbia sentito l’esigenza, il bisogno di scrivere. Quasi senza accorgermi». A raccontarsi in questo modo è Marilisa Andretta, autrice della raccolta poetica Nel mormorio del giorno. Niente di strano, se non fosse che Andretta ha dedicato la sua vita a tutt’altro: dopo gli studi classici, infatti, si è laureata in Medicina e Chirurgia e ha fatto l’otorinolaringoiatra e la foniatra per tutta la vita. Salvo poi approdare agli studi di Teologia, per orientarsi meglio, spiega, sulla questione dell’essere umano e di Dio.

Cambiare è la cifra dell’essere cristiani. Ma non solo. È anche la cifra del nostro essere persone, campioni della nostra unica comune umanità.

11 Ottobre 2023 | di

Essere fecondi non è solo generare vita biologica, ma coltivare la vita, custodirla e proteggerla. Ed è solo quando la nostra vita genera vita bella intorno a noi, ed è fertile per qualcun altro, che siamo davvero felici.

18 Settembre 2023 | di
Claudio Damiani

Prima di nascere

Recensione di

Attraverso il linguaggio poetico, a volte espresso in prosa, Damiani esplora alcuni interrogativi sul senso della vita: da dove vengo, che cosa c’era prima di me, dove vado? Con sguardo attento e indagatore, osserva il quotidiano, cercando, tra il progresso tecnico dell’umanità e la risposta silenziosa della natura, una parola che sciolga l’angoscia dell’esistere e il dramma dell’incomunicabilità. Un sollievo può nascere nel compiere in compagnia degli altri il cammino della vita.

Mariapia Veladiano

Quel che ci tiene vivi

Recensione di

C’è tutta Mariapia Veladiano in questo suo nuovo romanzo da poche settimane in libreria: Quel che ci tiene vivi, Guanda editore. C’è il dolore, che non è mai arido e ripiegato su se stesso, ma umanizzante e generativo perché accolto e curato. C’è la diversità, che diviene acuta consapevolezza di destini unici che però sanno unire invece che dividere. C’è il tema del rifiuto, che trova rispettosa comprensione, perché sempre frutto doloroso di un male antico.

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