Le grandi dimissioni non sono che una delle manifestazioni di disagio che colpiscono da decenni il mondo del lavoro dell’Italia. Capire la natura di questi disagi è un buon inizio per voltare pagina.
Vedere non è scontato, è un’educazione ad accogliere tutta la realtà, a non permettere agli occhi di scappare distratti. A cercare la vita, e quindi Dio, ovunque.
Dovremmo ricominciare a chiamarla per nome: morte, semplicemente, e non scomparsa, dipartita, sonno eterno… Perché solo ricominciando a chiamarla per nome potremo sentirla parte ineludibile della nostra vita, presenza reale con la quale tutti siamo chiamati a confrontarci prima o poi e che, paradossalmente, è quell’apice dell’esistenza umana capace di dare senso e valore ai nostri giorni.
Nella Germania nazista un docente di letteratura, autore di un racconto sull’uccisione «pietosa», cede alle lusinghe dei burocrati e redige un trattato scientifico. È la vicenda al centro del film «Good».
La resilienza aiuta a vivere bene, nonostante i traumi, i dolori, i lutti. A colloquio con lo psichiatra e psicoterapeuta Antonio D’Ambrosio, autore del volume «Educare alla resilienza».