Review category: 
Mariapia Veladiano

Quel che ci tiene vivi

03 Giugno 2023 | Recensione di
Quel che ci tiene vivi
Scheda
Guanda
2023
€ 18,00

C’è tutta Mariapia Veladiano in questo suo nuovo romanzo da poche settimane in libreria: Quel che ci tiene vivi, Guanda editore. C’è il dolore, che non è mai arido e ripiegato su se stesso, ma umanizzante e generativo perché accolto e curato. C’è la diversità, che diviene acuta consapevolezza di destini unici che però sanno unire invece che dividere. C’è il tema del rifiuto, che trova rispettosa comprensione, perché sempre frutto doloroso di un male antico. C’è il mistero, quel mistero infinito che sono gli esseri umani, che sanno accogliersi e amarsi e aver cura gli uni degli altri, pur senza mai svelarsi completamente. C’è vita. Sì, c’è una profonda vita in questo, come in tutti i precedenti libri di Mariapia Veladiano. Sono pagine, le sue, tutte ma queste in particolare, «tuttavita» ed è per questo che sanno indagare i sentimenti umani con profondità e delicatezza, senza mai vestirsi di retorica. 

In ogni libro di Veladiano, infatti, la vera protagonista è la forza della vita, che non si spegne nemmeno dinanzi alle circostanze più avverse, agli errori fatali di chi dovrebbe amare e non lo sa fare perché non è stato amato per primo. Una vita che a volte arranca, che vorrebbe sparire o fa paura, ma che alla fine emerge come unica grande forza capace di rigenerare se stessa anche dalle ferite più profonde.

In queste pagine la vita si esprime con le parole di un avvocato, voce narrante che si occupa di «aggiustare» famiglie anormali, e di una psicanalista che «aggiusta» chi si è perso. Parla con le parole di un’avvocata, che si prende cura di una giovane esistenza smarrita nella solitudine, e di un cancelliere del tribunale, che vede il suo mondo crollare ma non odia, ché l’odio è nemico della vita. E si mostra attraverso le parole di un ragazzino, figura «difettosa» ma salvifica, che attrae attorno a sé la parte migliore di un mondo adulto ferito. Perché la vita, pare volerci dire Veladiano, quando è autentica è fragile, è delicata e ha bisogno di persone disposte a servirla, a custodirla, a medicarne le ferite più profonde con un surplus di amore e attenzione

Per questo le uniche figure totalmente negative del romanzo sono quelle che non sono disposte ad assumere su di sé l’imperfezione dell’umano, ma si trincerano dietro una fede rigida, lontana da ogni pietas, incapace di misericordia. Alla fine nessuno si salva da solo, ci rivelano queste pagine che l’autrice – scrittrice raffinata e colta che dà vita a un romanzo che è quasi «poesia in prosa» – ci consegna come un suo dono prezioso, cesellato parola dopo parola in una cura che fa bene. Un inno alla vita imperfetta, ma amante e amata, che è, in fondo, l’unica vita vera e possibile.

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Data di aggiornamento: 03 Giugno 2023