Per il pellegrino che, visitando la Basilica di Sant’Antonio, volge lo sguardo verso il braccio destro del transetto è quasi impossibile non notare una capiente tribuna riccamente decorata.
Difficile capire Haiti da lontano. Sembra il Paese eternamente martirizzato da conflitti politici, da interessi internazionali, da immani tragedie. Una per tutte: il terremoto del 2010, che ha fatto più di 300 mila vittime e 1 milione e mezzo di sfollati.
Frère Michel, 57 anni, canticchia una filastrocca: «Saint Antoine, grand voleur, grand filou, rendez c’est que n’est pas à vous», vale a dire, «Sant’Antonio grande ladro, grande furbo, restituisci quello che non è tuo».
Accanto alla Basilica si è sviluppato nel tempo – «senza un piano organico e senza soluzione di continuità», annotava padre Vergilio Gamboso, brillante narratore di vicende antoniane – un vasto e ricco complesso di edifici conventuali ai lati di quattro eleganti e