Dal sacrificio dei protomartiri nel XIII secolo alla rinascita del Monastero della Visitazione nel 2019: ottocento anni di francescanesimo nel Paese nordafricano.
È sempre stato attratto dalla figura del Santo, dal suo spirito missionario. Tredici anni fa la decisione di fra Tullio Pastorelli, francescano conventuale, di partire per il Cile.
Uccisi nel 1220, i Santi martiri di Marrakech ispirarono molti giovani. Pure Fernando da Lisbona che, sul loro esempio, lasciò tutto per «vestire» il saio francescano.
Ben più di una veridicità storica, l’affresco di scuola giottesca dipinto su un pilastro del presbiterio in Basilica ci offre la verità mistica di una presenza che è rimasta intatta con la sua carica spirituale per quasi otto secoli.
Il racconto del Santo alla luce della sua unica opera arrivata a noi, i Sermoni domenicali e festivi. In essi troviamo il volto e l’intera esistenza di Antonio: canonico agostiniano, frate minore, magister e predicatore.
Poco importa se è mancata la processione, se gli ingressi in Basilica erano contati e le mascherine coprivano i sorrisi dei fedeli. Di certo questo 13 giugno 2020 resterà scolpito a lungo nella memoria di molti devoti del Santo.