La realtà si impone, è irriducibile, resiste ai deliri dei nostri pensieri. Ed è con la realtà che dobbiamo confrontarci, senza cercare di «aggiustarla» a nostro uso e consumo.
Il foglio bianco va riempito, come l'anno nuovo. E se non ci sentiamo all’altezza della situazione, ricordiamo che è proprio attraverso le fessure delle nostre debolezze che passa la luce.
Chissà che non arrivi il giorno in cui chiunque di noi guarderà il presepio, qualsiasi presepio, saprà di avere qualcuno di speciale, un Dio che si è fatto bambino, di cui prendersi cura. E ricomincerà ad amare come se fosse la prima volta.
L’indicazione «qui sono i draghi» delle antiche mappe marca il nostro limite, ma allo stesso tempo ci spalanca l’orizzonte, facendoci sedere sull’orlo dell’infinito.
Saper leggere e scrivere, essere messi in grado di affinare la propria capacità critica, di ragionamento e di discernimento… questo e molto altro è necessario. Ma attenzione a non fare della cultura un idolo.
Quando celebro la Messa, le persone anziane «celebrano» con me, ripetendo a memoria tutti i passi, anche quelli del sacerdote. E così facendo mi ricordano l’importanza dell’essere insieme Chiesa, corpo di Cristo.