Segnalibri disseminati a caso in improbabili volumi, aprono a un’inedita riflessione: come la terra non è estranea al cielo, così l’uomo non è estraneo a Dio. Perché la misericordia del Padre si impasta sempre con le nostre storie.
«Infine» Cristo è risorto! Questo è ciò che abbiamo bisogno di sapere, Non per lui, ma per noi. Perché, contro il buio pesto che a volte avvolge la nostra vita, abbiamo bisogno del sole sfolgorante del mattino di Pasqua.
La realtà si impone, è irriducibile, resiste ai deliri dei nostri pensieri. Ed è con la realtà che dobbiamo confrontarci, senza cercare di «aggiustarla» a nostro uso e consumo.
Il foglio bianco va riempito, come l'anno nuovo. E se non ci sentiamo all’altezza della situazione, ricordiamo che è proprio attraverso le fessure delle nostre debolezze che passa la luce.
Chissà che non arrivi il giorno in cui chiunque di noi guarderà il presepio, qualsiasi presepio, saprà di avere qualcuno di speciale, un Dio che si è fatto bambino, di cui prendersi cura. E ricomincerà ad amare come se fosse la prima volta.
L’indicazione «qui sono i draghi» delle antiche mappe marca il nostro limite, ma allo stesso tempo ci spalanca l’orizzonte, facendoci sedere sull’orlo dell’infinito.