Attualità di Romeo e Giulietta!
Un’amica che lavora in una scuola di italiano per giovani immigrati mi racconta dei pregiudizi etnici contro cui deve lottare, tra allievi asiatici, africani, nordafricani, latino-americani, est-europei, su-europei, ma anche per fortuna delle storie d’amore che tra alcuni di loro si sono intrecciate e sono finite bene. Anche, probabilmente, in virtù del grande lavoro che lei e i suoi collaboratori dispiegano per abbattere quelle barriere. Mi racconta con soddisfazione di alcune coppie di innamorati che hanno saputo resistere a quei pregiudizi, anche a quelli, i più duri da battere, delle proprie famiglie.Ogni tanto l’amore vince sul pregiudizio e su ogni altro conflitto tra «famiglie», e la storia di Romeo e Giulietta ha un lieto fine. Evviva.
Quella di Romeo e Giulietta, nella versione che ne dette William Shakespeare, è certamente una delle storie più raccontate che ci siano al mondo, forse, chissà, la più raccontata di tutte. Per il motivo molto semplice che continua a essere una storia vera, uno di quegli inciampi destinati a riprodursi nella vita delle società e delle comunità, sempre e dovunque.Di versioni di quella storia ce ne sono centinaia, nella storia della letteratura (e della fiaba), quella inglese viene da fonti italiane, di Masuccio Salernitano, di Luigi da Porto, di Matteo Bandello. La storia di due adolescenti che si amano ma appartengono a due famiglie o classi sociali o etnie o villaggi o partiti o paesi in guerra o semplicemente a quartieri di una stessa città, a gruppi che tra loro si odiano, rivaleggiano, confliggono si è riprodotta e si riproduce nelle situazioni più disparate e nelle epoche più diverse.
Oggi tra italiani e stranieri o tra stranieri di diversa provenienza, di diversi paesi, di diversa coloritura della pelle, di diverse abitudini culturali e soprattutto, ahinoi, di diversa confessione religiosa, la vittoria dell’amore sul pregiudizio è possibile, ma spesso, troppo spesso, quest’amore ha un esito tragico o, in ogni caso, infelice, e lascia soli due giovani che avrebbero potuto diventare una coppia, l’esempio di una convivenza felice e possibile.Nelle arti – nel cinema nel teatro nel fumetto nel romanzo – succede di rado che queste storie finiscano bene: lui povero lei ricca, lui bianco lei nera, lui cinese lei latina, lui protestante lei cattolica, lui svedese lei siciliana eccetera. Soprattutto, oggi, lui cristiano lei musulmana.
Qualche volta finisce bene, e si tratta allora di commedia e non di tragedia. Ho letto o visto racconti, romanzi, film in cui queste storie finiscono male. Ma ho anche ascoltato canzonacce da osteria su ragazzi comunisti e ragazze democristiane, e letto farse newyorkesi fine ottocento sull’amore tra un immigrato ebreo e una irlandese, dove i battibecchi erano esplosivi, ma dove, grazie all’amore, tutto finiva bene.
Oggi la differenza più grave è quella tra cristiani e musulmani. Ma anche qui qualche storia finisce bene, e i Capuleti e i Montecchi si riconciliano non ai funerali dei figli ma al loro matrimonio.