Boicottato il Salone del libro di Algeri
Le scrittrici algerine hanno lanciato una campagna mediatica per boicottare il celebre Salone internazionale del libro di Algeri, giunto alla sua ventiduesima edizione, per protesta contro le parole giudicate «sessiste e che giustificano la violenza contro le donne» che il responsabile dell’evento, Hamidou Messaoud, aveva espresso durante una trasmissione televisiva.
Tornando sulla polemica che aveva suscitato l’edizione precedente della mostra, allorquando un libricino scritto da un saudita che spiegava «come picchiare la moglie», era stranamente finito in uno stand del Salone, il commissario dell’evento aveva affermato: «Non capisco tutta questa polemica. Anzi, l’editore avrebbe dovuto fare un’altra edizione su come picchiare i mariti. Anche loro lo meritano a volte». Una battuta giudicata di pessimo gusto da molti intellettuali algerini, donne e uomini, scandalizzati dal fatto che un uomo che rappresenta le istituzioni culturali in Algeria abbia scherzato su un tema cosi drammatico, invitando in qualche modo alla violenza coniugale con tanta leggerezza.
L’avvocata e femminista algerina Nadia Aït Zaï ha accusato il responsabile del Salone di aver «non solo banalizzato la violenza, ma di averla anche giustificata, facendo passare il libro incriminato per un manuale d’uso». Da parte sua lo scrittore Kamel Daoud ha ritenuto il boicottaggio del Salone come un atto che ripristina «la dignità dello scrittore e del cittadino algerino».
Il responsabile dell’evento, che si è scusato in pubblico affermando di «essere stato frainteso», ha assicurato di essere «contro la violenza, e di rispettare le donne, che sono la maggioranza del pubblico del Salone», senza riuscire a convincere i contestatori che continuano la loro campagna per invitare a disertare l’evento culturale internazionale.
Una petizione è già stata firmata da decine di algerini, «perché la donna algerina ha già troppi nemici. Non possiamo sorvolare su questa ennesima banalizzazione della violenza contro le donne», si può leggere, tra l’altro, nel testo dell’appello.