Brindiamo alle debolezze
La canzone di Tiziano Ferro e J-Ax uscita la scorsa estate mi ha da subito intrigato. Mi ha incuriosito molto, infatti, il testo del ritornello: Abbiamo vinto già / Ridiamo delle cicatrici, brindiamo alle debolezze […]. Come si può dire, mi sono chiesto, di dover brindare alle debolezze? La storia dell’umanità, almeno così come ci è stata tramandata, sostiene proprio il contrario. Basti pensare a come sono ben documentate le imprese di tanti uomini di potere, mentre per lo più non esiste traccia delle vite di uomini e donne comuni. Da sempre, infatti, la cultura dominante ci dice che è solo il vincitore che viene celebrato e brinda con lo champagne, non il «debole»; il debole deve accontentarsi delle briciole (anche perché chi non è privilegiato – il povero, ad esempio – lo champagne non ce l’ha!). Per questo la prima parte del ritornello (ridiamo delle cicatrici) mi ha colpito così profondamente, perché siamo invitati a ridere davanti a un sentimento molto intimo e doloroso.
Tiziano Ferro, nella canzone, ovviamente fa riferimento alla sua storia personale, al suo orientamento sessuale che ancora oggi viene accettato a fatica: una «cicatrice che sanguina ancora». Il cantautore si racconta partendo dalla sua realtà di persona omosessuale, che per molti è ancora una «debolezza», mentre lui la sente come una vittoria. Allora bisogna brindare alla sua realtà, alla sua verità. Perché il suo è stato un percorso difficile e complesso, ma proprio per questo vincente.
Andando avanti con il brano, troviamo poi J-Ax che in un’altra parte del testo afferma: Troppo grasso, troppo poco bianco, troppo malinconico / Oggi odiano Mohamed, ieri odiavano Calogero / Troppo introverso, sei da ricovero […]. Anche questo punto è molto interessante, perché afferma come le condizioni di marginalità siano una realtà vissuta da molti e molte. Qui il parallelo con la disabilità diventa automatico. Nel pensiero comune si fatica a pensare che vivere questa condizione possa portarci a brindare, perché la diversità mette in crisi tutto il sistema, dalla scuola alla cultura, alla vita quotidiana. Proprio per questo, invece, bisogna «brindare» alla disabilità, perché fa cambiare le prospettive di riferimento, come il tema sull’identità di genere e l’orientamento sessuale. Quando ho ascoltato la canzone, ho ripensato alle persone omosessuali che ho avuto modo di conoscere e che mi hanno raccontato la loro realtà, una vera e propria conquista, che diventa ricchezza per tutti e tutte.
Sfatiamo così, dunque, il mito secondo il quale a vincere sia il più forte, perché il «fragile» può avere tanto da dire, può apportare valore aggiunto nelle nostre vite e cambiare addirittura lo stato delle cose, il punto di vista di ognuno. Questo è cantato chiaro e tondo da Tiziano Ferro e J-Ax: La responsabilità delle persone sole / Una vita di bellezza, una vita di paure / Una vita a scoprire come cambi prospettive / Appena sposti amore, odio e tutto quel dolore / E quindi urliamo le cose come stanno / Perché il silenzio fu il danno [...] E per paura di questa città / Ci sottraemmo alla felicità, ma noi / Abbiamo vinto già.
E a voi è mai capitato di brindare alle vostre debolezze? Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.
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