Cari Edoardo e Chiara...
Benvenuti in questo nuovo spazio del «Messaggero di sant’Antonio». Una rubrica che vuole entrare in relazione con voi lettori in quanto figli, genitori e, soprattutto, come componenti di una coppia. Io, Edoardo, e mia moglie, Chiara, desideriamo iniziare un dialogo con voi, sentire le vostre storie, ascoltare le difficoltà, i dubbi, le insicurezze ma anche i successi, le gioie e le scoperte. Desideriamo offrire uno spazio per riflettere su ciò che più ci fa soffrire e ci angoscia, ma che al contempo più ci realizza come esseri umani, ciò che più ci entusiasma: l’amare e l’essere amati.
Per ottenere questo, abbiamo bisogno di voi lettori, della vostra disponibilità a dialogare, della possibilità che ci darete di poter dire qualcosa a qualcuno di voi a favore di molti.
Per poter fare questo, desideriamo prima presentarci.
Io che vi scrivo sono Edoardo Vian e con mia moglie Chiara e i nostri tre figli Emanuele, Angela ed Ester viviamo da circa un anno e mezzo presso i Santuari Antoniani di Camposampiero (PD), insieme con alcuni frati e alcune suore francescane elisabettine. E siamo «vicini di casa» delle sorelle clarisse. Abbiamo lasciato la nostra casa, in provincia di Treviso, per servire la Chiesa attraverso un progetto, l’Oasi Famiglia, un centro di ascolto e aiuto alle famiglie che vivono una difficoltà di natura relazionale.
Questo, ovviamente, già parla della nostra passione per la famiglia, e in particolare per la coppia, ma anche del nostro cammino di fede, sempre piccolo e costellato dalle nostre miserie ma che tende verso la gioia piena che solo in Cristo si può realizzare. Per quanto riguarda la mia persona, posso dirvi che faccio lo psicoterapeuta e, in particolare, da una decina di anni, approfondisco il tema della relazione tra l’uomo e la donna e svolgo molte terapie di coppia.
Quindi, quale stile di risposta alle vostre domande potrete aspettarvi? Una forma integrata di psicologia, fede e vita vissuta. Così come nelle storie o nei quesiti che ci vorrete regalare ci sarà un pezzo di voi, anche nelle risposte che proveremo a darvi ci saremo noi in tutto quello che siamo: coppia, genitori, professionista, persone che camminano nella fede, e queste parti di noi emergeranno in modo non omogeno – a volte prevarrà una e a volte un’altra – ma nell’arco dei mesi tutte avranno un loro spazio.
Concludo dicendovi che cosa vi potrete aspettare e cosa non vi potrete aspettare in questa rubrica.
Non aspettatevi:
- risposte completamente esaustive. Dovremmo incontrarci di persona e avere molto tempo a disposizione per poterlo fare;
- risposte valide per tutti: ogni storia ha le proprie singolarità;
- risposte solo di fede, solo psicologiche o solo di testimonianza;
- risposte che affermino qualcosa di definitivo e ultimo sulla realtà affettiva.
Che cosa invece potete aspettarvi:
- risposte che illuminano un’angolatura della questione posta;
- risposte che possono a volte spiazzare, perché guardano la realtà da un’altra prospettiva;
- risposte che rilanciano verso un cammino di ricerca;
- risposte da cui tutti possono ricavare qualcosa ma che, ovviamente, andranno bene per qualcuno e meno bene per altri;
- risposte in cui l’esperienza di vita (diretta e indiretta), la fede e la psicologia si sosterranno a vicenda;
- risposte che a volte sembrano (e in alcune occasioni lo sono) altre domande, più che vere e proprie risposte. Sono le domande che ci mettono in movimento per andare più in là di dove siamo.
A questo punto tocca a voi. Scriveteci, non abbiate timore, sarete preziosi anche per altri. Aspettiamo le vostre domande e le vostre storie su questioni riguardanti la coppia (non nascondiamo che sono le nostre preferite) ma anche la genitorialità o l’essere figli. Inviatecele, via e-mail, all’indirizzo:redazione@santantonio.org; oppure, via posta, a:Edoardo e Chiara, Messaggero di sant’Antonio, via Orto Botanico 11, 35123 Padova. Un’ultima cosa. Non chiamatela «posta del cuore» per piacere: troppo mieloso, e poi fa troppo anni Ottanta. Il nostro vorremmo fosse uno spazio di apprendimento cooperativo sull’amore, perché ad amare s’impara.