I giardini della Lode

Da Roma al Delta del Po fioriscono i «Giardini Laudato si’», a cinque anni dall’omonima enciclica di papa Francesco. La preghiera del Creato per un mondo riconciliato.
27 Febbraio 2021 | di

Lo scenario si apre agli occhi nella sua straor­dinaria bellezza. Cielo e terra sembrano uniti da un filo sottile. La miscela di luci, colori, suoni rende quest’ultimo lembo di paesaggio rivolto verso il mare, un luogo elevato, uno spazio dello spirito. Il Delta del Po regala tutto questo: uno spicchio di infinito. Difficile rimanere indifferenti. È qui che ha trovato realizzazione concreta l’«inno» di papa Francesco, l’enciclica Laudato si’ (2015) ispirata sin dal titolo alle parole di san Francesco d’Assisi. Percorriamo questo tratto di terra insieme con don Lino Mazzocco, parroco di Rosolina (RO) – la cui chiesa è dedicata a Sant’Antonio di Padova – e Albarella (RO), entrambe in diocesi di Chioggia

Lo scorso ottobre, in questo tratto di terra è stata inaugurata la «Cappella Laudato si’», uno spazio fortemente voluto dal sacerdote, per sei anni missionario in Paraguay. Anni vissuti a contatto con i guaraní, uomini e donne che vivono la natura come parte integrante della loro esistenza. E che abitano una terra percorsa dalla bellezza, dai tanti doni di Dio, come le foreste e le cascate, ma anche deturpata dagli uomini. L’impegno di ieri è lo stesso di oggi per don Mazzocco, perché amare la natura, in qualsiasi luogo ci si trovi, significa amare Dio. E don Lino oggi vive in quest’area, il Delta del Po, l’ultimo tratto del grande fiume con acque poco profonde, lente, ricche di vegetazione, popolato da flora e fauna che caratterizzano la sua biodiversità (per la grande valenza ambientale è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco).

Ed è in questo ampio spazio, al centro del Parco regionale Veneto del Delta del Po che ha trovato ospitalità il «Giardino  Laudato si’». Un luogo che si fa lode vivente e che rimanda a quel Cantico delle Creature in cui san Francesco ricorda che la Terra, la nostra casa comune, è come una sorella con cui condividiamo l’esistenza. Una sorella che, si legge nell’enciclica Laudato si’, «protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso che facciamo di quei beni che Dio ha posto in lei». 

«Il progetto del Giardino – ha affermato il cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, presente all’inaugurazione – è un esempio della concretezza che ci chiede costantemente il Santo Padre, e che si ritrova nella dottrina sociale della Chiesa: vedere, discernere e mettere in pratica. Così è stato fatto nel Delta del Po». «Mi ha colpito – ha aggiunto l’alto prelato – che tra gli input iniziali ci sia stata l’esortazione di un parroco, don Lino Mazzocco. Uscita la Laudato si’, ha incoraggiato gli amministratori dell’area a verificare se, insieme, potessero fare qualcosa di utile per la cura della loro casa comune. Ovvero, per questa bellissima zona, dove si realizza un connubio unico tra terra e acqua, e dove intervengono famiglie, comunità e attività produttive». Un luogo dove non si è dovuto aggiungere nulla, ma solo ristabilire una nuova amicizia con la natura. Da questo lembo di terra prende forma allora una sorta di «guarigione», un recupero del terreno, che coinvolge imprese dell’agricoltura e della pesca e tante altre. Insieme per realizzare un modello di sviluppo in armonia con il Creato e con le creature e orientato alla pace. 

Il progetto è stato realizzato dalle persone del luogo, che guardano con occhi particolari alla loro terra e alle future generazioni. Perche è qui, in quest’area, che si sta sperimentando un rapporto virtuoso tra la terra e l’uomo, perché da questa terra si riceve la bellezza ma anche il necessario per vivere. «Il segno della Cappella Laudato si’ – ha affermato suor Alessandra Smerilli, Figlia di Maria Ausiliatrice e consigliere di Stato della Città del Vaticano, che ha preso parte all’inaugurazione della Cappella – ci ricorda che il Signore ha posto l’uomo nel giardino dell’Eden perché lo coltivasse e lo custodisse. Coltivare e custodire la terra, custodirci tra di noi». In tempo di incertezza e di sfida provocate dalla pandemia, inaugurare un Giardino Laudato si’ è segno di speranza. Momento di riconoscenza e di gioia celebrato anche attraverso la musica e il canto, perché anche l’arte è espressione di gratuità. «Il canto della terra ci aiuti a ringraziare, a contemplare e a prenderci cura. Quando contempliamo, scopriamo negli altri e nella natura qualcosa di molto più grande della loro utilità» ha concluso suor Smerilli. 

La Cappella è collocata all’interno del giardino botanico di Porto Caleri, voluto dalla Regione Veneto e gestito da Veneto Agricoltura assieme al Parco del Delta del Po, come sintesi dei valori naturalistici di quest’area umida e unica del territorio. È stata realizzata nel rispetto dell’eco-sostenibilità ambientale e seguendo i principi dell’omonima enciclica di papa Francesco. 

L’opera consiste in una sorta di «cappella vivente» inserita in uno spazio caratterizzato da una serie di cerchi concentrici, delimitato da opere di legno intagliato a livello del terreno e da alcuni pali alti nove metri a sostenere un anello di Led. Mimetizzata tra alberi e vegetazione spontanea, la si raggiunge attraverso un nuovo percorso realizzato all’interno del giardino botanico «The Living Chapel – spiega l’architetto Mario Cucinella, che ne ha curato il progetto – è una luce nella notte del parco, un segno immateriale e un’architettura per guardare lo spettacolo della natura». 

Il Delta del Po è un luogo abitato e coltivato, una terra che il fiume ha costruito e l’essere umano ha modellato e trasformato. «Per questo – sottolinea Franco Vitale, sindaco di Rosolina – siamo grati al Santo Padre e al progetto Giardino Laudato si’, perché così viene altamente riconosciuto quello che da sempre per noi tutti è un patrimonio da rispettare, valorizzare e perpetuare». Il progetto ora continuerà con iniziative rivolte a scuole, parrocchie, imprese, università e famiglie. Tutte impegnate a vivere il forte messaggio di papa Francesco, perché tutto sia Lode. 

Per un’ecologia integrale

Altri Giardini Laudato si’ stanno nascendo in Italia e nel mondo. Il primo è stato inaugurato nel nostro Paese, la scorsa estate. Si tratta della «The Living Chapel» (la Cappella Vivente) sorta all’Orto botanico dell’università La Sapienza di Roma. Un’oasi di verde nel cuore della capitale, dove viene ospitato uno spazio di lode e di preghiera per una «conversione ecologica che riconosca il mondo come dono ricevuto dall’amore del Padre», ha affermato il Papa. Un’oasi di spiritualità che incoraggia uno stile di vita «capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo». Uno spazio sacro dove natura, musica e arte si fondono insieme. 

Oltre 3 mila piante ornamentali e migliaia di giovani alberi hanno così dato vita a una vivente «Porziuncola», la cappella ospitata all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi, luogo tra i più cari a san Francesco. Una cappella fatta di materiali riciclabili, pareti di piante, giovani alberi, con un sistema musicale generato dall’acqua. «È il frutto – spiega Consuelo Fabriani, architetto paesaggista e direttrice del Programma Living Chapel – di un lavoro promosso dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, che vede coinvolti inoltre l’architetto canadese Gillean Denny, un centinaio di allievi della Pennsylvania State University, l’Università La Sapienza di Roma, l’Onu e il Movimento cattolico per il clima».

Davvero unica nel suo genere, la struttura è composta da decine di steel drums, strumenti a percussione ottenuti dal riuso di barili di petrolio e altri materiali. Tutta la parete è interamente composta da ciò che normalmente sarebbe considerato spazzatura. Le armonie sono provocate dall’acqua che le cattura tra i rami di piante e arbusti. Un progetto contro la cultura dello scarto più volte denunciata da papa Francesco, che si ispira anche al programma Onu, Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile. Essendo il primo esemplare di Living Chapel realizzato al mondo, nei prossimi mesi – covid permettendo – è prevista una sua itineranza anche in altre zone d’Italia.

Le piccole piante che stanno crescendo attorno alla Living Chapel nell’Orto botanico capitolino sono alberi forestali tipici dell’area del Centro-Sud Europa: frassini, querce, aceri, cipressi, alberi da frutto. «È un atto di generosità nei confronti della vita – precisa Fabriani –. Per questo sono stati coinvolti i giovani, perché i ragazzi di oggi sono quelli che pianteranno gli alberi per i ragazzi domani». 
«Stiamo ora lavorando – spiega infine la responsabile del progetto – per realizzare una Living Chapel in Sahel e nell’Amazzonia ecuadoriana, quindi in punti del pianeta particolarmente vulnerabili, con l’obiettivo di puntare un faro su queste zone e portare avanti anche il progetto di azione che essa ha insito con sé, quello della riforestazione». Cura del Creato e cura dell’uomo. Ecologia integrale. Perché siamo «fratelli tutti». E nessuno deve essere escluso. 

 

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Data di aggiornamento: 28 Febbraio 2021
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