Il bene di nonna Maria
La nonna Maria: ultimamente continuava a tornargli in mente, negli occhi lucidi che lo tradivano e che all’improvviso doveva nascondere, ma, per fortuna, con le mascherine era più facile. Era al quarto anno di università e finalmente si era tornati a far lezione in presenza. Aveva trovato un nuovo appartamento con due amici a Bologna e la sua vita da studente pre-pandemia era ricominciata apparentemente come prima. «Apparentemente»! Non si sentiva più lo stesso di quando tutti si erano rinchiusi in casa due anni prima e la vita si era apparentemente fermata. O meglio, era continuata diversamente, con lezioni online, lunghe chat coi suoi amici, strani aperitivi virtuali, relazioni gomito a gomito coi suoi genitori e sua sorella, diventate un po’ troppo strette per i suoi gusti. E poi la nonna, che abitava nell’appartamento sotto di loro, autonoma nonostante i suoi 80 anni passati, sempre piena di biscotti sfornati e di racconti di un tempo ripetuti mille volte, sempre dietro a parlare del nonno che ormai non c’era più da anni, e di tutti i suoi mille santini che aveva attaccati alla credenza. I suoi santini e la sua fede incrollabile, quella Messa che non saltava nemmeno un giorno e che da piccolo spesso frequentava anche lui, perché diventava parte dei loro pomeriggi: parco, gelato e Messa serale in parrocchia. A volte era solo una visitina per accendere una candela... sempre davanti alla statua di sant’Antonio! Era devotissima al Santo nonna Maria ed era incredibile come conoscesse anche un mucchio di fatti e miracoli che lo riguardavano.
Eppure, nella sua collezione, ce n’era uno che gli sembrava più reale di altri, perché di fatto era la spiegazione della stessa statua che guardavano. Sant’Antonio era raffigurato col Bambino Gesù in braccio, cosa che a lui era sempre sembrato un po’ strano, dato che il Santo non era vissuto al tempo di Gesù «ma più di mille anni dopo», come diceva la nonna iniziando il suo racconto. Aggiungendo subito dopo che, una volta, un ricco signore aveva ospitato il Santo nella sua casa e un giorno, senza volere, dalla porta socchiusa lo aveva osservato mentre teneva il piccolo Gesù tra le braccia, un bimbo vero, bellissimo, con cui Antonio parlava e che abbracciava affettuosamente. Ma lo stesso Gesù aveva avvisato il Santo che era stato visto dall’uomo, per cui Antonio aveva chiesto con forza all’uomo di non rivelare nulla di quello strano evento; infatti lui lo avrebbe raccontato poi solo dopo la morte del Santo stesso. La nonna era estasiata di potergli spiegare il perché di quell’abbraccio che avevano davanti agli occhi e col tempo anche lui aveva cominciato a trovare il fatto naturale. Poi erano successe tante cose, era andato al catechismo, aveva ricevuto tutti i sacramenti di rito per la sua età e poi, come altri amici, la porta della chiesa era diventata estranea per lui… non sentiva più niente che lo attraesse. Cioè, veramente, a Dio continuava a pensarci, ogni tanto, ma frequentarlo gli sembrava roba da piccoli.
Ora però cominciava a sentire un vuoto dentro che non si spiegava: non poteva essere solo che purtroppo il covid un anno prima si era portato via, quasi in punta di piedi, la nonna Maria. Si era ammalata e in pochi giorni la diagnosi tremenda l’aveva trascinata nell’ospedale della sua città, e loro a casa ad aspettare notizie al telefono. Una sola videochiamata a cui lui, troppo angosciato, non aveva voluto assistere, e poi la notizia, giunta nel cuore della notte, che la nonna Maria non c’era più. Lui aveva passato molte ore nel suo appartamento di sotto, tra le sue cose ormai abbandonate, ma ancora così piene di lei: lì la ritrovava un po’ e, soprattutto, con la scusa che lì riusciva a concentrarsi meglio a studiare, la sentiva più vicina e il dolore era meno forte. Eppure il vuoto che sentiva dentro adesso era inspiegabile... Si diceva: in fondo, covid o no, le nonne dopo gli 80 anni possono morire! Eppure gli sembrava che il modo di volergli bene della nonna Maria fosse qualcosa che aveva perso per sempre.
Certo, era pieno di amici, e gli restava pieno l’amore dei suoi genitori che non erano certo figure di serie B, eppure capiva anche che l’amore non funzionava a riempimento di scatole vuote, come a compensazione. Il bene di nonna Maria era diverso da quello dei suoi, anche dal calore dello stare insieme a quella ragazza che gli piaceva, dal senso di comprensione che gli dava il suo migliore amico, dal sorriso resistente di sua madre che raramente veniva meno anche quando era più in crisi. Capiva di essere molto fortunato e di avere ricevuto tanto affetto, e di riceverlo ancora ogni giorno in tante forme diverse… Eppure lui non aveva pace e si diceva: ma forse è la morte che per la prima volta si è affacciata nella mia vita? Non era così: lui lo sapeva bene che si nasce e si muore, ma era proprio il modo di amarlo della nonna che gli toglieva il respiro, come se stesse affogando quando ci ripensava. Quel suo chiamarlo «Giacomo» per intero – mentre per gli amici lui era solo «Jack» – perché il suo nome le piaceva troppo e se lo teneva in bocca a lungo; quell’esserci sempre per lui anche quando lui era antipatico e poco socievole e la trovava vecchia e noiosa; quel suo amarlo incondizionatamente non perché era bravo e buono, ma solo perché era lui. Questo posto caldo non c’era più, e non riusciva a capire neanche dove fosse nel suo cuore.
Così una mattina che il riscaldamento in aula era spento e non si faceva lezione, rientrando a casa si trovò, quasi per sbaglio, a entrare lungo la strada in una chiesa che aveva notato varie volte, perché la porta era sempre socchiusa. Era appena finita la Messa e c’era la processione in uscita delle vecchiette e dei pochi adulti che avevano partecipato. Le luci erano state spente e si sentiva un forte odore di candela consumata: si sedette pesantemente nell’ultimo banco, mentre ormai non c’era più nessuno, tranne il vecchio prete a riordinare le ultime cose dietro l’altare. Sentiva freddo, però quella penombra gli piaceva: sentiva che in quel posto il suo vuoto aveva una casa.
Dio era là, nel suo tabernacolo, come sempre, anche se lui se n’era dimenticato per anni: si sentì un po’ come quell’uomo che aveva ospitato sant’Antonio e aveva assistito alle coccole tra lui e Gesù Bambino. In fondo il suo stare, da nipote, per tanto tempo a guardare la fede semplice e l’amore totale di nonna Maria non era la stessa cosa? Anche lui forse aveva assistito a una «visione» privata: quella di una donna umile che aveva amato per tutta la vita i suoi cari, proprio perché amava tanto Dio. E in fondo quel suo stare con il suo Giacomo non era stato altro che coccolarlo come faceva il Santo con il Bambino. Questo pensiero che gli era venuto, così, inaspettato, e d’un tratto gli sembrò credibile, molto credibile, e gli riempì il cuore di calore, come non avveniva da tempo. Forse ricominciare a «stare» con Gesù era una cosa meno complicata di quanto pensasse prima, e forse questa volta poteva provare a coccolarlo un po’ anche lui, quel Gesù…
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