Il destino dei bambini non battezzati
«Egregio direttore, sono un vecchissimo abbonato al “Messaggero” e ho sempre letto con interesse le sue risposte ai vari quesiti. Volevo ritornare su una antica questione che riguarda il destino dei bambini non battezzati su cui si è dibattuto molto nella storia della Chiesa da Pelagio, sant’Agostino, Abelardo... Ho letto molto di sant’Agostino che ritengo uno dei massimi padri illuminati della Chiesa, ma sono perplesso e mi ha stupito la sua affermazione che i bambini non battezzati sono destinati all’inferno, sia pure con “pena mitissima”. È ragionevole pensare che chi non ha avuto la fortuna di nascere nel mondo cristiano o chi per ritardi o impedimenti non è stato battezzato possa essere escluso, non per sua volontà, dalla visione di Dio?». Lettera firmata
Gentile lettore, la questione è, come dice lei, antica, ma la «soluzione» è piuttosto recente e risale al gennaio 2007, quando la Commissione teologica internazionale ha pubblicato un piccolo documento dal titolo già di per sé esplicativo: La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza battesimo. Sono 41 paginette alle quali la rimando (le trova anche a questo link ufficiale) e sulle quali tornerò, subito dopo aver fatto un passo indietro.
In disputa con il monaco Pelagio (che sosteneva non fosse necessario il battesimo per raggiungere la salvezza), Agostino affronta il tema – unico tra i padri della Chiesa latina – in senso restrittivo: i bambini senza battesimo, intaccati dal peccato originale, sarebbero destinati all’inferno, anche se poi lì puniti con, come ricorda lei, una «pena mitissima».
Proprio per allontanarsi da questa visione, nel Medioevo la teologia elabora la teoria del Limbo, luogo di felicità solo naturale, in quanto si è privati della visione di Dio. Ma attenzione: è solo un’opinione teologica come quella di sant’Agostino, mai entrata in alcun dogma di fede né nel Medioevo né più avanti. Ad esempio: nel Catechismo del 1992 non se ne trova traccia. Altro esempio è quanto ancora da cardinale affermava papa Benedetto XVI: «Il Limbo non è mai stato una verità definita di fede. Personalmente lascerei cadere quella che è sempre stata soltanto un’ipotesi teologica».
E arriviamo al documento di cui le ho dato gli estremi, che nella conclusione ribadisce la dottrina cristiana, ovvero: «Ciò che ci è stato rivelato è che la via di salvezza ordinaria passa attraverso il sacramento del Battesimo». E tuttavia ci sono «serie basi teologiche e liturgiche per sperare che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica. (…) Viviamo nella fede e nella speranza nel Dio di misericordia e di amore che ci è stato rivelato in Cristo, e lo Spirito ci spinge a pregare in gratitudine e letizia incessante».
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