Il seme non muore
Essere dentro il sogno di un grande uomo entrando dalla porta di servizio. È quanto è successo a Caritas Antoniana nel momento in cui ha accettato di finanziare la ristrutturazione di una scuola primaria a Butiama, un villaggio di 10 mila anime nella diocesi di Musoma, nel Nord della Tanzania. Il grande uomo è addirittura Julius Kambarage Nyerere, amatissimo padre fondatore della Tanzania morto nel 1999, una delle personalità più importanti dell’Africa moderna insieme a Nelson Mandela. «Il presidente era nato qui – racconta suor Flora Mashughuli delle Carmelitane missionarie di Santa Teresa del Bambin Gesù, congregazione fondata in Italia, presente oggi in Tanzania con 50 suore, tutte locali –. Era un fervente cattolico (è in corso la causa di beatificazione), sapeva quanto la scuola fosse importante per riscattare umanamente e spiritualmente la sua gente». Per questo ha appoggiato l’arrivo delle suore a Butiama, finanziando personalmente la costruzione del convento, con l’obiettivo di avviare la scuola primaria. La Mwl Nyerere primary school rimane però un sogno nel cassetto.
Quando, nel 2000, le suore giungono a Butiama, fondano un asilo che tutt’oggi accoglie 110 bambini. Il seme di quel sogno è dentro di loro. Anche perché, vivendo con la gente, si rendono conto di quanto sia importante promuovere l’educazione per avviare lo sviluppo: «Qui le famiglie sono poverissime, hanno scarso accesso ad acqua potabile, cure sanitarie, trasporti e scuola. Sopravvivono grazie a un’agricoltura di sussistenza, spesso messa in ginocchio dalle siccità». È gente semplice e accogliente, ma soggiogata da credenze tradizionali che infliggono grandi sofferenze ai più deboli.
«Ci succede spesso di accogliere in convento bambine che fuggono da matrimoni precoci. Qui sono normalmente praticate le mutilazioni genitali femminili e capita che le donne sospettate di stregoneria vengano uccise. I valori della nostra fede aiuterebbero il riscatto dei più deboli». Le suore sanno che far cambiare mentalità è cosa difficile: «Abbiamo sempre cercato di arrivare alle famiglie tramite i bambini, ma il tempo dell’asilo è troppo breve per aiutare la gente a capire». E così, quando il municipio dona loro l’edificio e il terreno di una scuola in disuso, quel sogno del vecchio padre della patria ritorna vivo. Ci vogliono 73 mila euro per ristrutturare la scuola, ma le suore, povere come sono, facendo grandi sforzi arrivano appena ai 4 mila. E allora interpellano 4 organizzazioni umanitarie, tra cui Caritas Antoniana alla quale viene chiesto il contributo di 25 mila euro. L’organizzazione dei frati accetta e, subito dopo, giunge la disponibilità anche di Missio Vienna e dell’italiana Venite e Vedete. La scuola si fa! La ristrutturazione inizia nell’ottobre del 2014. Lo scorso settembre arriva in Caritas Antoniana il resoconto della fine dei lavori, insieme a una bellissima foto di alcuni dei 350 bambini che quest’anno vanno a scuola anche grazie a noi. Onore a sant’Antonio e al servo di Dio Julius Nyerere.